Sala attacca la Lega: «Stanno passando dal terrore sul numero dei contagi di due giorni fa al liberi tutti»
In quella sua dialettica che lo porta a dire dichiarare che i suoi elettori vogliono sentirsi dire e non quello che sarebbe giusto fare, Matteo Salvini starebbe guidando la regia che vede il leghista Fontana promettere che lui riaprirà tutto perché i suoi elettori si sono stufati di restare a casa. Avesse chiuso le Rsa o non avesse riaperto l'ospedale di Alzano Lombardo, forse la Lombardia non sarebbe la prima regione al mondo per numero di morti.
Eppure nelle terre controllate dai miliziano leghisti, tutto è promessa elettorale. Si sono spesi 21 milioni di euro annunciando in pompa magna fantomatici 600 nuovi posti di terapia intensiva. Se andrà bene ce ne saranno 21 e non tutti operativi. Si sono promessi 1500 nuovi 1500 operatori, ne sono arrivato 50. Ed ancora qualcuno non ha viste le "mascherine gratuite" a pagamento che Fontava prometteva di voler distribuire settimane fa.
L'ultima follia è Salvini che ha deciso che lui vuole riaprire tutto, passano dalla strategia del terrore e del "moriremo tutti" al "facciamo finta che il virus non ci sia". E dato in Lombardia decide lui, Fontana ha annunciato che dal 4 maggio sarà tutto aperto come se nulla fosse, così Salvini potrà usare i morti per strumentalizzare le «buone notizie dalla Lombardia» e può deliziare i suoi seguaci con slogan populisti come il suo dire che bisogna «chiuderla con le chiusure» perché solo la Lega prometterebbe «soldi veri».
Ed è in mezzo a quegli slogan da imbonitore televisivo che anche la Protezione Civile inizia a sbottare: «Salvini denuncia che non arrivano mascherine da Roma, quando basta andare sul sito della Protezione civile per vedere che ne sono arrivate milioni. Alzano polveroni per nascondere i loro problemi». E di problemi ce ne sono tanti, a cominciare dalla strage da coronavirus nelle case di riposo e il Pd che in consiglio regionale ha chiesto il commissariamento per la gestione sanitaria, senza che il loro Salvini sia riuscito a far approvare quel suo emendamento che avrebbe cancellato le responsabilità ai dirigenti leghisti che hanno sbagliato.
Perplessità su un approccio propagandistico all'emergenza sono state espresse anche dal sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che in un'intervista rilasciata a Piero Colaprico su Repubblica dice: «Stanno passando dal terrore sul numero dei contagi di due giorni fa al liberi tutti. Un po’ più di equilibrio non guasterebbe. Guardi, io non sono contrario a rimettere in moto l’economia, perché alla fine si parla di lavoro per tanta gente. Ma devono essere fornite le garanzie adeguate per chi andrà a lavorare. Quello del 4D è uno slogan senza contenuto. Nella D di dispositivi varranno anche i foulard o le sciarpe, come da loro precedente ordinanza?».
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