Turkmenistan. Giovane viene brutalmente picchiato dalla polizia perché gay
È dai microfoni di Radio Free Europe che il 23enne Maskat ha raccontato il uso calvario. Originario del Turkmenistan, dove l'omosessualità viene punita con due anni di carcere, a soli 18 anni è stato costretto a dover scappare dal proprio Paese.
Arrivato in Russia, ha iniziato a studiare economia aziendale, ma nel 2019 ha scoperto di essere sieropositivo e viene automaticamente espulso sulla base della folle legge russa che prevede il rimpatrio dei cittadini stranieri sieropositivi nei loro Paesi d’origine.
Ritrovatosi catapultato in Turkmenistan, Maksat inizia a vivere nel terrore che qualcuno possa capire il suo orientamento sessuale e che possa denunciarlo, ritrovandosi al contempo nella necessità di ricevere cure per la sua sieropositività.
Fattosi forza, si presenta in un centro per l’HIV / AIDS nel tentativo di accedere alle terapie antiretrovirali, ma quando torna a ritirare l'esito degli esami trova due agenti di polizia che lo attendevano. Maksat viene interrogato e poi picchiato:
Gli agenti mi hanno chiesto come avessi preso l’HIV, io dissi loro che non lo sapevo”, ha confessato Maksat, costretto a nascondere la propria omosessualità perché in Turkmenistan il sesso gay è illegale. “Prima mi hanno interrogato. Poi hanno cominciato a picchiarmi. Mi hanno detto: ‘Sappiamo perché hai l’HIV. Sei gay’. Dissi loro che non era vero. Ma continuavano a picchiarmi.
La polizia ha costretto Maksat a firmare dei documenti in cui si dichiarava gay. In attesa dle processo, è nuovamente scappato in Russia dove un amico lo ha aiutato a contattare un'organizzazione per i diritti lgbt che gli ha offerto asilo in un Paese europeo.
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