Adinolfi si fa populista e si mette a sbraitare che la calunnia sarebbe "diritto di critica"

Il fondamentalista Mario Adinolfi è attualmente impegnato a raccontare che l'odio omofobico sarebbe «libertà di opinione» e che la calunnia sarebbe «diritto di critica». Lo dichiara il tizio che si candidò alla direzione del Partito Democratico e che oggi, dopo essere stato trombato alle primarie, abbaia contro la sinistra per tentare di riciclarsi come aspirante populista:


Se la calunnia è reato e non certo un diritto, è comico voglia sostenere che i poveri populisti non possano fomentare odio etnico, citofonare a minorenni per accusarli di essere spacciatori o mettere alla gogna i minorenni sul proprio profilo Facebook. E se per lui tutto è pretesto per sbraitare come un cane rabbioso, chissà se gradirebbe un simile trattamento se ad essere stata rapita fosse stata una di quelle figlie che ha fatto concepire alle sue molteplici mogli.

E mentre Adinolfi si mette a sbraitare che la vita di una ragazza non varrebbe i soldi del presunto riscatto che i populisti dicono sia stato pagato, il fondamentalista si bulla dice anche di aver ottenuto il permesso a rischiosi assembramenti nelle chiese grazie alla sue preghiere. Peccato non paia preoccuparsi di come il contro della sanificazione verrà sostenuto dagli italiani dato che a effettuarlo saranno militari sottratti al loro servizio pubblico. Solo lui vuole essere un costo per la collettività?


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