Diritti gay in Europa: l'italia è al 35º posto su 49, ultima tra i grandi Paesi occidentali
È uscito l’aggiornamento 2020 della Rainbow Map di ILGA Europe, nella quale viene tracciato lo stato dei diritti lgbt in Europa. L'Italia non ne esce bene, piazzandosi solamente al 35º posto su 49, risultando l'ultima tra i grandi Paesi occidentali.
Malta risulta lo stato migliore in cui un gay possa attualmente vivere, seguita da Belgio, Lussemburgo, Danimarca, Norvegia, Spagna Portogallo, Finlandia, Regno Unito, Svezia, Montenegro e Olanda.
L'Italia è invece ad un solo punto dall'Ucraina, doppiata da Croazia, Slovenia ed Storia. In compagnia della Lituania, della Bulgaria e della Romania, il Bel Paese dimostra da avere ancora molto lavoro da svolgere perché un cittadino gay non sia ritenuto inferiore e degno di minor diritti rispetto ad un eterosessuale.
«Pesa sul nostro Paese non solo l’immobilismo legislativo che pone molti dei traguardi già tagliati in altre parti d’Europa in una lista molto lunga di cose ancora da fare. Ma anche il reiterarsi e il rinvigorirsi di un sentimento omotransfobico, che trova di frequente espressioni pubbliche, addirittura istituzionali». È quanto commenta Gabriele Piazzoni, segretario generale di Arcigay, che prosegue: «Ma la mappa non serve solo a farci i conti in casa: è utile cogliere da questo articolato ritratto la portata globale della sfida sul contrasto alle discriminazioni e alle violenze basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere. Portiamo tutti e tutte assieme la responsabilità di convivere con i provvedimenti transfobici di Orban, ad esempio, e con le inaccettabili “lgbt free zone” della Polonia. E nel contempo, dobbiamo stare al passo con la Germania, che pochi giorni fa ha messo a bando le cosiddette terapie riparative, veri e propri atti di tortura praticati anche nel nostro Paese. O con la Svizzera, che poco tempo fa ha reso l’omotransfobia definitivamente reato».
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