Gervasoni da vomito: «La mascherina è il sogno delle cozze che vogliono essere uguali alle belel gnocche»
Lui non è certo Brad Pitt e il fatto che collezionasse due di picche anche da quella ragazze che lui definisce «cozze» non pare legittimarlo a un sessismo che ricorda quel suo venerato Salvini che rappresentava le donne come bambole gonfiabili durante i suoi comizi. Fatto sta che è con una depravazione inaccettabile che il populista che Il Giornale sostiene sia «un illustre studioso italiano» in quanto razzista, sessista e populista, scrive:
Secondo le regole del populismo, ogni parola deve essere rivolta all'analfabeta funzionale attraverso discorsi degno degli ubriaconi al bar, così immancabile deve essere l'attacco razzista a indicare che lui esige che i populisti siano disfattisti quanto quel suo amato padano che piange miseria con 20mila euro al mese di stipendio pubblico. E se si pensa che Gervasoni insegna all'università, si inizia a capire da dove arrivi il degrado morale e valoriale dell'Italia populista...