I populisti peggio dei rapitori. Si valuta la protezione per Silvia Romano e Il Giornale la accusa di poter essere jihadista
Se i terroristi che hanno rapito Silvia Romano non le hanno fatto del male, pare che a costituire un reale rischio per la sua incolumità siano quei populisti che la stampa di estrema destra ha aizzato ad un feroce odio fondamentalista contro di lei.
Ad accogliere la giovane cooperante a casa sua sono stati anche alcuni si matrice estremista in cui ignoti vomitavano il loro disprezzo contro «buonismo, perbenismo e politicamente corretto» quali nemici mortali dell'ideologia populista. E non va meglio con le innumerevoli minacce di morte che si trovano pubblicate tra i commenti agli articoli d'odio pubblicati da Libero, Il Giornale e quella schifezza edita da Maurizio Belpietro, con tanto della signora De Mari che anche oggi conquistava la sua prima pagina dopo aver invitato i suoi jihadisti ad acquistare fucili e ad addestrarsi ad uccidere.
In quella spirale dì'odio in cui i suoi carnefici si sentono spronati a manifestare ulteriore odio all'idea che qualcuno possa volerla proteggere da loro, si sta pensando di predisporre una scoarta:
Solo in un'Italia devastata dal populismo si potrebbe rendere necessario scortare una ragazza liberata dopo mesi di prigionia. E nonostante i danni provocati dal loro odio siano evidenti, i giornali populisti continuano a gettare benzina sul fuoco in quel loro sbraitare istericamente che nessuno deve poter cambiare religione. Ad esempio, è sulla prima pagina de Il Giornale che troviamo porcherie come questa:
Il signor Matteo Carnieletto sostiene che esisterebbero alcuni punti che non tornano nei suoi racconti, quasi accusasse la ragazza di mentire e di meritare l'odio che i populisti le stanno gettando addosso. Ma basta aprire l'articolo per imbattersi in domande populiste al limite del tragicomico. Quasi a voler usare i morti di terrorismo per tentare di ventilare l'ipotesi che la ragazza italiana possa essere una jiadista, scrive:
Ripercorrere i 18 mesi di prigionia di Silvia, infatti, non è per niente facile. Ancora più difficile è comprendere i motivi che l’hanno portata a convertirsi e, soprattutto, vale la pena interrogarsi su quale islam abbia incontrato la cooperante. Gli Al Shabaab non sono infatti un gruppo mistico o sufi dell’islam, ma un movimento jihadista affiliato ad Al Qaeda che ha compiuto stragi terribili, come ricorda anche Maryan Ismail, antropologa di origini somale a cui i jihadisti hanno strappato un fratello: “Quale islam ha conosciuto Silvia? Quello pseudo religioso che viene utilizzato per tagliarci la testa? Quello dell’attentato di Mogadiscio che ha provocato 600 morti innocenti? Quello che violenta le nostre donne e bambine? Che obbliga i giovani ad arruolarsi con i jihadisti? Quello che ha provocato a Garissa 148 morti di giovani studenti kenioti solo perché cristiani? Quello che provoca da anni esodi di un’intera generazione che preferisce morire nel deserto, nelle carceri libiche o nel Mediterraneo pur di sfuggire a quell’orrore? Quello che ha decimato politici, intellettuali, dirigenti, diplomatici e giornalisti?”.
Gli esempi erano del tutto inutili, ma evidentemente l'elenco serviva a fomentare odio nei lettori. Un po' some se nel parlare di Adinolfi si ripercorresse ogni singolo stupro commesso da quel prete pedofilo che la Lega ospitava tra le autorità al suo congresso lombardo patrocinato con denaro pubblico.
E non va meglio con «i cinque quesiti fondamentali» che secondo il signor Matteo Carnieletto sarebbero il chiedersi «se la lettura del Corano le sia stata in qualche modo suggerita», se «la conversione di Silvia è davvero sincera oppure è stata causata dalla drammatica situazione in cui si è trovata suo malgrado», «qual è l’islam in cui crede Silvia» e «perché Silvia ha deciso di tornare in Italia indossando un ampio vestito verde tipico della tradizione somala».
La quinta «domanda» del quotidiano populista pare invece un'affermazione:
Infine, il quinto dubbio. Quello più drammatico: le violenze. Silvia ha detto di esser stata trattata bene dai suoi rapitori, ma questa versione è difficile da credere. Certamente, la giovane rappresentava un’ottima moneta di scambio per Al Shabaab e, quindi, il gruppo terroristico aveva tutto l’interesse a trattarla bene. Ma basta conoscere la storia di questo gruppo per sapere di quali crimini è capace.
Perché mai la Romano dovrebbe rendere conto delle sue credenze religiose ad un giornaletto di propaganda populista? I «cinque quesiti fondamentali» non dovrebbero riguardare il rapimento piuttosto che la sua sfera privata, oppure è solo la sua conversione a creare l'odio che la sta colpendo?
A questo punto perché il signor Matteo Carnieletto non ci dice il suo presunto "cristianesimo" sia quello di Gesù o quello di Salvini e di Pillon? Perché se lui vuole sostenere che il terrorismo sia una derivazione dell'Islam, forse gli avrebbe fatto notare che Silvana De mari pretende l'uso dei fucili e Tuiach inneggia a chi vuole sperare contro gli stranire dalla finestra mentre dicono entrambi di voler andare a messa. E dunque il problema è la religione come dice lui o il fondamentalismo in tutte le sue forme così così come dimostrano i fatti?