La Stampa fomenta l'odio dei populisti sostenendo che l'Italia abbia 280milioni di abitanti e che il Coronavirus sia come un raffreddore

È nel bel mezzo di una pandemia, quasi a vole rincoraggiare il negazionismo populista, che La Stampa se n'è uscita con una notizia subito rilanciata su tutti i gruppi leghisti e nazifascisti presenti sui social network. La teoria sostenuta da tele Cristian Martini Grimaldi è che che il Coronavirus sia meno grave dell'influenza:


Il problema è che lo studio citato non pare dire esattamente quello che l'articolo gli attribuisce. Sui media giapponesi leggiamo:

Un ospedale nella città giapponese occidentale di Kobe ha scoperto che circa il 3% dei suoi pazienti ambulatoriali presentati anticorpi contro il coronavirus, indicando che siano stati infettati in precedenza.
Un gruppo di medici, principalmente del Kobe City Medical Center General Hospital, ha raccolto 1.000 campioni di sangue da pazienti che hanno visitato l'ospedale per ragioni diverse dai sintomi del coronavirus tra la fine di marzo e l'inizio di aprile. 33 campioni, o il 3,3%, sono risultati positivi agli anticorpi.
I medici notano che le implicazioni dei lori risultati siano farsati dalla dall'accuratezza dei test e dal fatto che i campioni siano stati prelevati esclusivamente da pazienti ambulatoriali. Ma dicono che la percentuale potrebbe, se applicata alla popolazione di Kobe, indicare che circa 50.000 persone nella città siano state infettate.
Il capo dell'ospedale, Kihara Yasuki, ha dichiarato che è possibile che più persone del previsto siano state infettate e portino di conseguenza degli anticorpi.
La professoressa Katsuda Yoshiaki della Kansai University of Social Welfare avverte che le raccomandazioni di allontanamento sociale del governo e le raccomandazioni di domicilio dovrebbero essere mantenute in atto perché la scoperta mostra che la maggior parte delle persone non è stata ancora infettata.

La tesi sostenuta ed attribuita ad uno "studio scientifico" parrebbe dunque una costatazione inventata dall'autore dell'articolo, non suffragata da alcuno studio reale. Significa prendere dei dati, paragonarli ad altri e decidere che cosa si voglia sostenere, magari uscendone anche con un attacco politico al governo attraverso lo scrivere che:


L'articolo non pare però rispondere ad una semplice domanda: se il Covid-19 ucciderebbe meno dell'influenza, perché il numero di morti risulta questo?


Ma non solo. Pare che i signori che hanno pubblicato la notizia al fine di fomentare rabbia sociale a sostegno dei partiti populisti paiono non sapere far di conto. Se dicono che ci sarebbe uno 0,01% di morti sulla base del considerare che il 3,3% della popolazione risulti infetto, a fronte dei 28.000 morti già registrati dovremmo sostenere sostenere che in Italia ci siano 280 milioni di abitanti. Peccato che in Italia ci abbia una popolazione di soli 60 milioni di abitanti.

Tra i commenti, leghisti e neofascisti si accalcano nel sostenere che La Stampa dia ragiona chi dice che il coronavirus non esista, che loro vogliono essere dominati da Salvini perché lui li farà andare in giro come se nulla fosse e come se ogni influenza portasse alla necessità di file si mezzi dell'esercito incaricati di trasportare miglia di salme fuori dagli ospedali. E non va meglio con l'accusa che La Stampa rivolge ai medici, accusandoli si mentire con le loro terapie intensive al collasso per quello che loro dicono sia un raffreddore da nulla.

Riguardo all'autore del pezzo, il signor Cristian Martini Grimaldi pare divertirsi un mondo nel sostenere teorie compottistiche, nel sostenere che lui non veda differenze tra chi si sposta per lavoro e chi esce per piacere nel week-end o nel raccontare contagi possano diminuire abolendo i test:


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