Adinolfi vuole censurare l'omosessualità da Rai 1


In occasione del Pride (quest'anno celebrato in buona parte virtualmente a causa della pandemia) Mario Adinolfi ha ben pensato di deliziarci con una dichiarazione a tal proposito:


Intanto c'è da sottolineare l'incomprensibile parallelismo tra le unioni civili (catalogate come “legge della vergogna” sul suo quotidiano) e le coppie sposate; tra l'altro usando due unità di misura diverse di cui la prima è per forza la metà dell'altra dato che lui paragona le unioni civili alle singole persone.
Poi, dopo aver annunciato tanta preponderanza e superiorità di cui presumibilmente si ritiene parte, attacca Rai 1 per aver dato visibilità (sebbene minima ) al Global Pride pur essendo la «la rete tv delle famiglie» (su dove questo sia specificato però non ci è dato saperlo, come non è chiaro se i gay sarebbero figli di nessuno dato che lui le oppone alle famiglie).
Purtroppo questo è il solito trieste atteggiamento che accompagna stancamente lui e il suo partito, dove di professano vittima di imprecisate censure mentre la invocano a gran voce nei confronti di qualunque cosa possa urtare la loro opinabile sensibilità.

Adinoli già chiese a Foa di vietare i baci gay, chiese che ai gay fosse tolto il diritto di opinione e definì «tassa» la presenza di persone che non fossero selezionate sulla base della loro eterosessualità.

Marco S.
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