Di Battista svolta a destra e insulta il Pride
Alessandro Di Battista è tornato a correre verso destra, abbracciando gli slogan dei destrosi contro la cannabis e contro il Pride. Quasi volesse scimmiottare un Pillon qualunque, l'esponente del M5S ha scelto parole gratuite nell'affermare:
Sebastiano Secci, Presidente del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, ha tuonato: «Dopo le invettive delle CEI e la chiamata alle piazze del Family Day arriva il segnale ad ultrasuoni destinato ad attirare l’attenzione dell’anima reazionaria del M5S. Il copione è lo stesso, sostituite 2020 con 2016, legge contro l’omolesbobitransfobia con legge sulle unioni civili e avrete (quasi) la sensazione di un film già visto. La cosa positiva è che si inizi a giocare a carte scoperte. Con il deposito del disegno di legge unificato suonerà il fischio di inizio e non si correranno i 100 metri ma una maratona che già si preannuncia difficile. Non è un problema. Noi abbiamo fiato e lo manterremo sul collo di tutta la classe politica. Noi sappiamo correre, anche al Pride, anche su quei tacchi, che oggi sembrano tanto disturbare qualcuno. Noi non arretreremo di un solo passo».
Gianmarco Capogna, Portavoce di Possibile LGBTI+, ha invece voluto offrire un «piccolo spiegone: si chiama solo Pride perché è di tutt* ed è un momento di libertà e liberazione anche dal moralismo patriarcale ed eterosessuale. Ma ancor di più basta con la retorica dei diritti concessi, pretendiamo pieno rispetto ed uguaglianza».
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