Genova, sentenza della Corte d’Appello cancella una mamma. Esulta il leghista Federico Bertorello

Il vuoto giuridico voluto dalle destre lascia spazio a giudici che possono strappano madri o tolgiere diritti ai bambini sulla base della loro posizione politica. Chi è di destra si dice infatti entusiasta quando i bambini vengono resi orfani di genitori ancora in vita.

Attraverso un comunicato, Arcigay Genova dichiara:

Apprendiamo con dispiacere della decisione della Corte d’Appello di Genova, che ribalta la sentenza del Tribunale che riconosceva la trascrizione dell’atto di nascita di una bambina con due mamme.
Ciò che maggiormente ci rattrista sono le parole del consigliere comunale Federico Bertorello, delegato agli affari legali del Comune di Genova, che si definisce soddisfatto e che sottolinea come la procreazione medicalmente assistita possa essere utilizzata solo da persone di sesso diverso. Se questo può essere corretto da un punto di vista puramente legale, è estremamente lontano dalla vita reale delle persone e delle famiglie.
La Legislazione italiana presenta un grave vuoto normativo che la nostra associazione continua ad indicare al Legislatore perché se ne faccia carico e seguiamo con attenzione questa vicenda legale e altri analoghi procedimenti nel nostro territorio e a livello nazionale grazie alla rete Arcigay. Queste tutele, oggi assenti nel nostro ordinamento, vengono invece riconosciute a livello europeo e da una giurisprudenza sempre più corposa anche nel nostro Paese.
Esattamente come sottolineato, la richiesta di registrazione della coppia omogenitoriale risponde ad un progetto politico e di principio, che ovviamente si scontra con una situazione legislativa e amministrativa attualmente del tutto opposta. Consapevoli che queste proposte di rinnovamento, portate avanti di ricorso in ricorso, mettono a dura prova la vita delle famiglie che si spendono per questo lavoro, ne riconosciamo l’utilità e l’importanza. Siamo tutti e tutte consapevoli che cambiamenti così radicali si raggiungono attraverso percorsi difficili e tortuosi. Ma lo sapevamo sin dall’inizio e questa sentenza non cambia nulla nel lavoro di una comunità LGBTI italiana che operava così già in preparazione delle unioni civili.
Esprimiamo quindi la nostra solidarietà alle due mamme che con impegno stanno procedendo in questo percorso per l’ottenimento del pieno riconoscimento della loro famiglia.
Ci muoveremo perché l’avvio di un percorso di dialogo, iniziato con il Comune di Genova in occasione dell’assegnazione della nuova sede, sia un’occasione per spiegare in un produttivo dibattito politico l’importanza di queste necessità e scelte.
Nonostante la situazione sia frutto di un vuoto normativo di competenza del Legislatore nazionale, pensiamo sia sempre importante e doverosa, anche nel rigetto amministrativo, la vicinanza umana e politica delle Istituzioni, quindi anche del Comune di Genova.


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