Ghana. Così gli omofobi usano le app di incontri per picchiare e derubare i gay nell'incuranza della polizia


In Ghana, un paese che si dichiara a maggioranza cristiana, è nell'indifferenza della polizia che squadristi omofobi starebbero usando Grindr per organizzare raid punitivi contro i gay. La loro tecnica pare ideata dal demonio stesso: si collegano all'app e si fingono di un incontro ma poi, nel giorno dell'appuntamento, la vittima viene aggredita, massacrata di botte e rapinata.
E se sono solo poche vittime a trovare il coraggio di sporgere denuncia in un Paese così omofobo, la polizia non fa nulla, rendendosi complici di quelle bestie (senza voler offendere gli animali). Poi magari se ne vanno pure a messa.
Laddove lo stato è connivente con i delinquenti, alcuni attivisti lgbt hanno dovuto inverarsi un modo per proteggersi con le loro sole forze. Tramite le segnalazioni degli utenti, un gruppo social raccoglie le fotografie e i nomi dei finti gay in cerca di vittime da picchiare e derubare.
«Siamo in un paese in cui le nostre vite sono chiaramente in pericolo a causa dell’odio delle persone e del loro disgusto per la comunità. Molte volte, non siamo in grado di ottenere giustizia per i crimini commessi, quindi il meglio che possiamo fare è proteggerci», dichiara l'attivista Alex Kofi Donko.
La pagina creta dagli attivisti sta raccogliendo circa tre denunce a settimana, mostrando come quella pratica sia molto diffusa. Tra loro c'è chi p stato picchiato rapinato con un'arma puntata al volto, chi è stato lasciato con una mascella rotta sotto casa. Insomma, un inferno che Gandolfini e Coghe parrebbero sostenere sia "libertà di espressione" e "libertà religiosa" nel loro sostenere che non servano aggravati per chi delinque accecato dall'odio.
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