Il Giornale attacca il contrasto all'odio: «L'omofobia è libertà di pensiero»


Come prevedibile, il quotidiano populista Il Giornale ha deciso di schierarsi a sostegno dei reati di matrice omofoba e di chi compie atti di bullismo nelle scuole a danno degli adolescenti gay. Ed è così che se ne sono usciti con questa porcheria:


Pare curioso che nel titolo dicano che "chi critica il gender rischia la galera" quando il realtà il concerto di "gender" è una truffa culturale che si sono inventati i neofascisti pur di negare il tema degli studi di genere, ma Francesco Boezi e Giuseppe De Lorenzo vanno oltre nell'uscirsene con un articoletto che cerca di mettere a frutto l'omofobia per fare campagna elettorale per i populisti:

MoVimento 5 Stelle, Italia Viva e Partito Democratico possono risultare divisi su molti temi, ma sulla liberalizzazione dei "nuovi diritti" non c'è mai stata storia: sono tutti d'accordo. È in questi tempi pandemici che certe battaglie vengono portate all'attenzione del Parlamento: la Camera dei Deputati è chiamata ad esaminare in questi giorni quel testo di legge. Con buona pace di chi pensa che le priorità adesso siano altre.

Se è interessante che loro dicano che i bisogni altrui vengano sempre dopo i loro (così come fecero quando dicevano che le unioni civili potevano attendere dato che loro si potevano già sposare e non gliene fregava nulla di chi non poteva farlo), è confondendo i cattolici con le sette di integralisti che l'articolo se ne esce affermando:

Alcuni cattolici si sbracciano, perché ritengono che quel ddl possa minare alla base la libertà di pensiero. Non manca chi avverte sulle conseguenze relative al piano penale: sarà ancora legittimo affermare che un bambino ha bisogno di un padre e di una madre? A ben vedere, ridurre tutto ad uno scontro tra "cattolici" e "non cattolici" è troppo semplice: questa della legge in discussione è una questione che può interessare chiunque.

Suggerendo unicamente le teoria avanzate dagli esponenti del fronte di Gandolfini che partecipa ai comizi di Lega e Fratelli d'Italia, si arriva persino a presentare le tragicomiche teorie che si sono inventati i signori dell'Unione giuristi cattolici di Perugia, ossia quelli che erano andato in televisione a sostenere che l'omosessualità potesse essere ritenuta "una malattia". E questi signori dicono che:

Per comprendere meglio cosa accadrebbe sul piano pratico, conviene fare degli esempi: "Se vorrò criticare - anche in privato - lo stile di vita gender rischierò la galera, in violazione dell'art. 21 della Costituzione che ricordo è la pietra angolare della nostra democrazia.". Ma non si tratta solo di esprimere idee che potrebbero essere ritenute non più conformi: "Se mi opporrò ad una educazione che non condivido per mio figlio - fa presente il professore - , rischierò addirittura di perdere la potestà genitoriale. In parole più semplici, in base al nuovo art. 604 bis cod. pen., si potrebbe ipotizzare che una madre possa essere condannata qualora suggerisse alla figlia di non sposare un bisessuale; oppure potrebbe essere condannato un padre che decidesse di non mandare il proprio a lezione di educazione sessuale trans-gender".

E dopo quel terrorismo, i giornalisti si affrettano a dire al lettore che cosa dovrebbe pensare, ossia ritenere che l'odio sarebbe "libertà di espressione" come dicono tutti quelli che fanno soldi vendendo omofobia:

Budelli è preoccupato. E in realtà, nel caso la libertà di pensiero fosse ancora garantita dal nostro sistema giuridico, lo saremmo anche noi.

Peccato che l'omofobia non sia una libertà di pensiero, ma una aberrazione della mente di certi personaggi. Ed il bello è come le farneticazioni si basino sul negare che estendere la Legge Reale-Mancino anche ai gay non inserirebbe nulla in più a quanto già esiste: e basta guardare gli articoli de Il Giornale per vedere che l'attuale tutela contro il razzismo lascia fin toppa libertà d'odio.
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