L’imposta di bollo esiste dal 2012, ma Il Giornale cerca di spacciarla per una patrimoniale


L’imposta di bollo sui conti correnti in cui siano depositati più di 5.000 euro è in vigore dal 2012, è fissa ed è applicata ai titolari di conto corrente, siano essi persone fisiche o altri tipi di soggetti.
Ma dato che Il Giornale vuole fare propaganda contro il governo e il governo non ha introdotto alcuna patrimoniale come sbraitava Salvini, i populisti se la sono inventata. E titola:


Se pare evidente ciò che il titolo vuol lasciare intendere, Il Giornale gioca con le parole. Il termine «arriva» si riferirebbe all'approssimarsi della scadenza, non di una nuova tassa, anche se il populista medio viene spronato a pensare ad altro. Ed è con un linguaggio pruriginoso che tentano di alimentare la paura degli ignoranti parlando di una «sorta di patrimoniale» nello scrivere:

Tra le tasse fisse che ogni anno si ripetono identiche, il 30 giugno prossimo i risparmiatori si vedranno prelavare direttamente sui propri conti correnti bancari o postali l'imposta di bollo, cioè la tassa proprio sui conti correnti.
Si tratta di una sorta di patrimoniale che garantisce alle casse dello Stato un introito per nulla irrilevante incedendo direttamente sulla liquidità dei cittadini e di soggetti quali aziende, imprese e i titolari di partita Iva, che devono fare i conti con adempimenti amministrativi e fiscali simili come le marche da bollo ben note a chi emette fattura.
L'imposta di bollo, difatti, ammonta a 34,20 euro all'anno per le persone fisiche e a 100 euro per i soggetti giuridici ed è omogenea in quanto rappresenta una tassa fissa legata al solo fatto di avere un conto corrente aperto e non all'ammontare dei depositi o al numero delle operazioni effettuate. Inoltre, a differenza degli altri adempimenti fiscali, la somma non dovrà essere versata dai contribuenti ma sarà prelevata direttamente dai conti correnti e anche dai libretti di risparmio bancari e postali, che non sono esclusi da questo prelievo forzato.

Quando nel 1992 Amato impose la patrimoniale, ci fu un prelievo forzoso del 6 per mille sui conti degli italiani, proprio perché non si può parlare di "patrimoniale" se non è in percentuale su patrimonio. Ma forse Il Giornale non voleva perdere l'occasione di cavalcare paure che rilacia ossessivamente da tempo. Poco meno di un anno fa, titolavano:


Come spesso accade, ad alimentare la propaganda creata da Il Giornale sono gli account social dei populisti e dei neofascisti, i quali si inventano altri dettagli per vomitare l'odio a cui hanno immolato le loro vite. Su quegli stessi account che ieri spacciavano un emendamento omofobo di Carlo Giovanardi per il testo della legge contro l'omofobia, leggiamo:


Forse credono che gli italiani abbiano l'anello al naso se vogliono spronarli alla paura e all'odio continuando a mentire loro.
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