Per i populisti, il fascismo sarebbe «goliardia» mentre l'ironia sarebbe «orrore»

Il populismo ama fare vittimismo, magari sostenendo che quei cattivoni dei gay non rispettano la "libertà" di chi ha voglia picchiarli o che sarebbero così malvagi da pretendere diritti nonostante se loro vogliono discriminarli. Ed è così che se un bontempone modifica la pagina di Wikipedia con una battuta (magari anche di cattivo gusto) contro il senatore leghista Simone Pillon, per i giornali di propaganda populista si sarebbe trattato di un atto terribile:

L"'orrore" e lo "sfregio" contro quel tale che va in giro a dire che non serva alcuna legge contro l'omofobia sarebbe questo:

L'International Family News si spinto sino a reinterpretare quella frase in un «Simone Pillon deve morire» prima di lanciarsi nello scrivere:

Che Paese è quello in cui se uno non è allineato al pensiero dominante deve bruciare sul rogo? Che civiltà è quella in cui, se non canti in coro con il più forte, meriti il campo di concentramento? Che mondo è quello in cui se pensi e se parli sei uno sporco omofobo, e il parlamento del tuo Paese già lavora a una legge per crocifiggerti perché hai un’opinione diversa (diversamente diritta), epperò lo strumento degli strumenti, Google, può minacciarti senza problemi?

Che si possa essere "omofobi" perché "si pensa e si parli" è una teoria curiosa, dato che l'odio non è certo pensiero e non è pensiero neppure il pretendere leggi che discrimino interi gruppi sociali. Pillon è contestato per il suo voler vietare la pornografia come in Iran, per voler togliere il diritto di scelta alle donne, per togliere i diritti dei bambini a lui sgraditi e per distruggere qualunque famiglia non sia conforme ai suoi pruriti sessuali: non è pensiero, è uno che vuole imporsi nella vita altrui. E se fosse «non allineato al pensiero dominante» come sostiene l'articolo, allora perché lui pretende di imporre il suo pensiero minoritario con leggi liberticida che possano vietare agli altri di poter vivere in santa pace la propria vita?

Ma mentre si stracciano le vesti per una battuta, questi stessi populisti sono gli stessi che parlano di «goliardia» davanti ai saluti romani e ai rigurgiti fascisti.


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