Zaira Bartucca è indagata per diffamazione


Ricordate quella Zaira Bartucca che da mesi se ne va in giro a dire che ci avrebbe ripetutamente denunciato e che avrebbe chiesto il sequestro del nostro sito perché lei sostiene che il contrastare le sue teorie sarebbe «diffamazione»? Ebbene, la signora risulta attualmente indagata per diffamazione per un suo libercoletto complottasta volto a sparare a zero contro Riace e l'accoglienza di quei migranti che lei pare odiare a morte. Lo dichiara dal suo account, facendosene un vanto come se le denunce le facessero guadagnare punti agli occhi dei populisti:


Per fortuna a decidere la sussistenza del reato di diffamazione saranno dei giudici e non certo il suo sbraitare che avrebbe ragione lei perché lo dice lei. Ed è indicativo come la signora non racconti le reali accusi ma fornisca la sua solita reinterpretazione ideologica della realtà.
Ora spetterà ai giudici capire se le tesi da lei sostenute siano compatibili con i documenti che dice di avere in mano o se le sue congetture risulteranno infondate. Quest'ultima ipotesi sarebbe ravvisabile se la signora avrà adottato i medesimi meccanismi che l'hanno portata ad inventarsi false teorie sugli autori di Gayburg, sul suo inventarsi false teorie attribuite a Google contro di noi o al suo replicare ad Alessandro Mieluzzi dicendo che lei avrebbe la registrazione di una telefonata che (a quanto ci pare di capire dalle sue farsi sconclusionate) ci avrebbe fatto mentre dice che noi gli avremmo negato il diritto di replica (anche se lei stessa ammette di non averci mai inviato alcuna rettifica).

Per valutare la sua etica si potrebbe anche solo guardare al messaggino che scrisse ai leader populisti e ai leader dell'omofobia organizzata inventandosi teorie che la portavano a dire che gli omofobi sarebbero vittima di discriminazione da parte dei e che i leghisti avrebbero dovuto impedire ai gay di poter rispondere alle offese omofobe:




Interessante anche il meccanismo in cui le "inchieste" firmate dalla signora Bartucca risultano confezionate quasi fossero ritorsioni contro chiunque osi contestare la sua ideologia.
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