Città del Messico mette al bando le fantomatiche "terapie riparative" dell'omosessualità
Dopo Israele, anche Città del Messico ha vietato le fantomatiche "terapie di conversione" dell'omosessualità, ossia pratiche disumane e antiscientifiche che puntano a inculcare sensi di colpa nelle persone sostenendo che l'odio verso sé stessi possa "trasformare" i gay in eterosessuali.
Il congresso regionale di Città del Messico, con voto unanime da tutti gli schieramenti, ha approvato un disegno di legge che le batte al bando, difendendo i cittadini da quelle pertiche disumane che in più occasioni hanno portato le vittime ad atti di autolesionismo o al suicidio.
Chi praticherà quelle fantomatiche "terapie" rischierà cinque anni di reclusione, con pene che aumenteranno se la vittima sarà minorenne.
In Italia, quelle barbare pratiche vengono promosse ai genitori delle scuole cattoliche dall'organizzazione di Riccardo Cascioli, da Mario Adinolfi che le promuoveva durante i suoi comizi politici e da quella Silvana De mari che va in giro a dire che l'omosessualità sarebbe un "vizio" che può essere abbandonato. Seppur vietati dall'Ordine degli Psicologi, quelle barbare pratiche vengono ancora praticate da sedicenti gruppi religiosi vicino al fondamentalismo cristiano.