Facebook censura il senatore leghista Pillon per incitamento all'odio. Lui piagnucola
Il senatore leghista Simone Pillon pare eccitarsi come una scolaretta nel vomitare quotidianamente quell'odio contro natura che lui nutre contro un'intera comunità. Evidentemente intenzionato ad aizzare i suoi proseliti contro le vittime della sua campagna pro-omofobia, si è messo a piagnucolare che Facebook lo discriminerebbe perché ha osato bloccato uno dei suoi innumerevoli insulti alle persone transgender.
Secondo quello squallido copione che tanto eccita i populisti, il senatore leghista è ricorso al suo proverbiale vittimismo dicendo e si è messo a piagnucolare:
Chi discrimina davvero? Avevo postato tutto il mio sdegno per un bambino spagnolo di 9 anni trattato come un transessuale. Il post è stato bloccato e rimosso da Facebook. Chi incita all’odio? Chi vuole che i bambini possano crescere liberi da condizionamenti ideologici o chi impone le terapie ormonali e la castrazione chirurgica? Oggi il bando su Facebook. Domani la galera con la legge zanscalfarottoboldrini.
Se non è certo per i bambini che lui minaccia la loro identità, grave è come il leghista paia incapace di vivere senza frugare nelle mutande dei minori. Ovviamente ne ha anche approfittato per incitare i suoi proseliti a manifestare a sostegno dell'odio omofobico attraverso le piazze organizzata dall'ultra-destra di Toni Brandi e jacopo Coghe, dove si sosterrà che l'omofobia non esista e che i veri "discriminati" sarebbero quei poveri senatori leghisti che per profitto personale amano insultare i figli degli atri e paiono provare piacere nello sbraitare in faccia ad una bambina che lui le reputa "sbagliata" perché non conforme alle sue fantasie sessuali.