I fondamentalisti, tra fake-news e richieste di "obiezione di coscenza" al rispetto
È imbarazzante la quantità di odio e di fake-news che la propaganda integralista sta immettendo in rete per sostenete chi dovesse commettere reati d'odio dettati dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere delle loro vittime. Un tale Federico Cenci, redattore del sito integralista "In Terris", è arrivato a firmare un imbarazzante articolo intitolato "Se passa, il Ddl Zan imporrà la festa del gender alle scuole" in cui scrive:
Il 17 maggio le scuole italiane si tingeranno dei colori arcobaleno. Anni di battaglie contro l’introduzione dell’ideologia gender nelle aule scolastiche rischiano di essere vanificati da un paio di articoli all’interno del «Ddl Zan». Già, perché la questione non si esaurisce all’Articolo 5. In quello successivo, il 6, si rimanda al decreto legislativo del luglio 2013, che delega all'UNAR (Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali) la funzione di svolgere un lavoro culturale contro discriminazioni di vario tipo e razzismo.
Per chi non conosce i trascorsi dell'UNAR, è utile ricordare che nel 2014 preparò degli opuscoli intitolati Educare alla diversità a scuola, i quali invitavano gli insegnanti a parlare agli studenti di «una varietà di strutture familiari ed espressioni di genere» e definivano “omofoba” la persona religiosa, specie laddove sviluppa «cieca obbedienza ai precetti». Le vibranti proteste dell'associazionismo familiare convinsero l'allora ministro dell'Istruzione, Stefania Giannini, a bloccare la diffusione di questi libricini. Postilla non irrilevante: gli opuscoli costarono comunque 300mila euro di risorse pubbliche. A proposito di denari pubblici, a mero titolo di cronaca si ricorda che, nel 2017, l'allora direttore dell'UNAR, Francesco Spano, si dimise dal suo incarico dopo un servizio della trasmissione tv Le Iene che aveva denunciato l'erogazione di €55mila ad associazioni omosessuali tra le cui attività ci sarebbe stata anche quella di ospitare la prostituzione.
Apprendiamo così che per il signor Cenci, la giornata contro l'omofobia sarebbe «ideologia gender» in quel suo schierarsi dalla parte di chi picchia a sangue i gay in nome dell'odio. Offre anche falsa testimonianza contro le accuse a Spano smentite dai giudici che lo portano a giurare che un progetto in collaborazione con l'università Sapienza di Roma avrebbe avuto a che fare con la prostituzione. E non meno surreale è come defechi odio contro i libretti dell'Unar che l'estrema destra neofascista accusavano di promuovere una tolleranza a loro sgradita.
Mettendo a frutto tutte le fake news che il fondamentalismo organizzato ha creato negli anni, chiede "obiezione di coscenza" al rispetto:
A questo punto si impone una gamma di domande: sarà possibile per un insegnante esercitare una sorta di “obiezione di coscienza” alle celebrazioni LGBT del 17 maggio? Nel caso in cui sia maestra o maestro elementare, potrà opporsi alla partecipazione sua e dei propri studenti a incontri in cui, chissà, i bambini debbono ascoltare le favole lette da una drag queen o debbono svolgere “il gioco del dottore”? Il suo eventuale diniego verrà stigmatizzato da colleghi e giornali progressisti in modo da scoraggiare il dissenso? Stesso dicasi per i genitori: potranno esonerare i figli dagli eventi del 17 maggio oppure no, non sarà possibile come avviene invece oggi per i corsi extracurriculari? Incognite che ad oggi restano inevase. E che moltiplicano le preoccupazioni intorno al «Ddl Zan».
Ma i cristiani non si sentono offesi da questi soggetti che abusano della loro religione per promuovere odio e discriminazioni?
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