La cedu ha condannato la Bulgaria: rifiutare il cambio del sesso anagrafico viola i diritti dell’uomo


La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato la Bulgaria per aver violato il diritto di un proprio cittadino ad ottenere il riconoscimento giuridico del cambio del sesso anagrafico. Secondo i giudici, quel diniego rappresenta una violazione dell’art. 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, che protegge il diritto al rispetto della vita privata e familiare.
I tribunali bulgari gli avevano negato all'uomo la riassegnazione del suo sesso anagrafico, sostenendo che operazioni chirurgiche non modificassero il ‘vero sesso’ di una persona, ma solo il suo aspetto e la morfologia fisica. La Corte di Strasburgo ha però ravvisato che non esistesse alcuna ragione di ordine pubblico e ha rigettato le argomentazioni dei giudici bulgari per cui l’autodeterminazione dell'individuo non sarebbe elemento sufficiente per ottenere la riassegnazione del sesso.
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