Mara Carfagna se ne esce con una proposta di legge per vietare la GpA, anche all'estero


L'utero e tuo, ma come tu debba usarlo lo decide Pillon. È quanto prevede una proposta di Mara Carfagna che, guarda caso proprio in concomitanza con la disconnessione della legge contro l'omofobia, ha deciso di inventarsi una proposta di legge che rende illegali le famiglie gay. Se i populisti insistono nel loro sostenere che un padre pedofilo sia preferibile a due genitori gay fintanto farà sesso con una donna, la Carfagna propone di vietare la GpA in tutto il mondo sulla base di un testo che ricorda il ddl Pillon.
La forzista chiede di rendere reato «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro». Diventerebbero così perseguibili anche i cittadini italiani che ricorrono alla GpA in altri Paese, peraltro avvoltolando la discutibile teoria promossa dalla propaganda neofascista secondo cui tutte le donne che offrono figli ad altri sarebbero sfruttate. Eppure ci sono donne che decidono di farlo, ci sono sorelle o madri che vogliono contribuire a far nascere quei bambini, ma la Carfagna dice che bisogna punire e la vita e la maternità.

Non è la prima volta che le destre populiste e i neofascisti usano la disinformazione contro la GpA per cercare di affossare le leggi a tutela della comunità lgbt. Il motivo pare semplice, dato che le statistiche dicono che la maggioranza degli italiani è favorevole ai matrimoni gay e che le adozioni sono accettate da meno del 50% dei votanti, i politici propongono quello che i loro elettori vogliono sentirsi dire fregandosene della giustizia e dell'equità. Già in Regione-Emilia Romagna la destra populista riuscì a colpire la legge contro l’omotransnegatività ottenendo un emendamento che faceva leva su quello che loro chiamano "utero in affitto" al fine di ottenere il divieto al finanziamento pubblico verso qualunque organizzazione non si dichiarasse contraria a quella pratica.
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