Provita Onlus insiste: rivendicano il "diritto" di limitare la libertà altrui


Il cattolico delinque ed è inaccettabile che chi commette reati possa pagarle le conseguenze. È questa la tesi sostenuta dall'organizzazione omotraofobica Provita Onlus all'interno della loro campagna in a sostegno dei crimini d'odio. In un articolo pubblicato sull'home page della loro organizzazione, scrivono:

Di male in peggio. Da quanto è dato capire, anzi da quanto è chiaramente emerso da una pubblicazione dell’Espresso – testata non certo sospettabile di simpatie conservatrici -, i dettagli del disegno di legge contro l’omotransfobia sono ancora più terrificanti di quanto si potesse fin qui immaginare. Infatti la nuova normativa non si limiterebbe a prevedere, per chi si rendesse responsabile di aggressioni o gesti riconducibili alla fumosa fattispecie dell’omotransfobia, anni di carcere, risarcimenti astronomici e lavori gratuiti per associazioni arcobaleno, no.
Se la nuova normativa passasse, ai condannati per omotransfobia sarà revocata la patente, sarà revocato il passaporto e pure ogni altro documento valido per l'espatrio; sarà tolta la licenza di caccia e dopo la galera dovrà osservare il coprifuoco rientrando a casa al tramonto. Proprio così: il testo del ddl che la maggioranza di governo vorrebbe portare casa recita che «il giudice può disporre l’obbligo di rientrare nella propria abitazione o in altro luogo di privata dimora entro un’ora determinata e di non uscirne prima di altra ora prefissata, per un periodo non superiore ad un anno».

In realtà si tratta di restrizioni che da decenni vengono previste dal nostro ordinamento penale, ma pare curioso che Jacopo Coghe dica ai suoi figi che babbo non vuole che chi picchia a sangue un gay non possa tenere in casa un fucile o non possa andarsene in giro di notte a vedere se troverà qualcun altro da molestare. Anche perché una simile difesa dei criminali potrebbe far pensare che Jacopo Coghe voglia essere loro complice.

Sostenendo che impedire le aggressioni sarebbe un'azione "repressiva", la setta integralista si mette a raccontare che il loro "cristianesimo" servirebbe a "giustificare" la violenza:

Ora, non occorre evidentemente essere fini giuristi né ferventi cattolici per comprendere come siffatte siano misure repressive oltre ogni limite, soprattutto - è il caso di ripeterlo - alla luce del fatto che non esiste né in ambito giurisprudenziale né in ambito medico o sociologico una definizione condivisa di che cosa sia l’omotransfobia, a beneficio di un’arbitrarietà da parte della magistratura che può potenzialmente condurre a esiti drammatici per chiunque abbia a cuore quel fondamentale principio democratico che è la libertà di espressione.

Se picchiare un gay fosse "Libertà di espressione", Jacopo Coighe è certo che lui rispetterebbe l'opinione di chi dovesse fratturagli il setto nasale? Eppure,a nche in quel caso, lui non subirebbe ciò che subiscono le sue vittime, dato che in quel caso l'aggressione avrebbe una matrice dettata dalle sue posizioni integraliste a danno delle minoranze e non il suo essere: un gay non decide di essere gay, ma lui ha deciso di essere omofobo e di cercare profitti dall'odio.

L'articolo passa così a sostenere che loro, eterosessuali che godono dei diritti che vogliono siano negati agli latri, non sentono la necessità di una legge che punisce i crimini d'odio commessi contro le loro vittime. Dicono anche di ritenere un loro "diritto" il poter fomentare odio, cercare di limitare i diritti civili di chi non è conforme ai loro stereotipi o persino di non volere che un adolescente gay possa camminare per strada senza rischiare di essere aggredito:

Dunque quale può essere il bisogno di una iniziativa legislativa contro l’omofobia come quella che il deputato Alessandro Zan ed altri intendono far approvare, con previsioni di pene assai dure, dal carcere all’obbligo, per i condannati reduci dalla detenzione, di osservare il coprifuoco rientrando a casa al tramonto?
A questo punto, la spiegazione plausibile può essere soltanto una: con questa legge si vuole introdurre - al di là delle già ricordate previsioni penali - un clima intimidatorio. Verso chi? Verso chi ritiene che l’umanità sia divisa in maschi e femmine e che i bambini abbiano diritto ad un padre ed una madre. Idee di elementare buon senso che, questo è il punto, si vogliono mettere fuorilegge in nome di un progetto legislativo privo di giustificazioni e razionalità, che è bene fermare in Parlamento prima che sia troppo tardi.

E che c'entra il fatto che Jacopo Coghe si diverta ad urlare in faccia ai suoi figli che lui si è scopato la loro mamma con la sua volontà di impedire che altri possano fare altre scelte?
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