Tripodi sostiene che Chiara Ferragni non debba "potersi permettere" di pensare e di esprimere le sue opinioni
Ferdinando Tripodi è il "gay di destra" che ha annunciato di volersi candidare alle elezioni prima di previpitarsi in piazza insieme a Giorgia Meloni con appeso al collo un cartello in cui dichiarava che, in qualità di "omosessuale" populista, lui sui sentiva "etichettato" da una legge che avrebbe tutelato le persone gay dalla violenza dettata dall'orientamento sessuale. In quel suo messaggio diretto al senatore leghista Simone Pillon, lui era il primo ad etichettarsi come "omosessuale" prima di sostenere che riteneva che non ci fosse bisogno di alcuna tutela davanti al rischio di essere aggrediti per il solo fatto di esistere, quasi come se per lui non ci fosse alcuna differenza tra chi viene aggredito per un qualche gesto e chi rischia aggressioni per il solo fatto di esistere:
Eppure il "gay di destra" che si sente "etichettato" dalle tutele pare continuare ad auto-etichettarsi come "omosessuale" mentre si scaglia contro chiunque osi pensarla diversamente da lui. Forse al fine di cercare visibilità, è etichettandosi come "omosessuale" che Tripodi si è messo a sbraitare contro Chiara Ferragni che lei non deve "permettersi" di poter sostenere che avere due genitori dello stesso sesso non sarebbe una "condanna" come sostengono lui e i partiti in cui vorrebbe candidarsi:
In realtà la Ferragni non ha parlato di genitorialità, ma pare che Tripodi non si faccia problemi a cercare visibilità con un attacco a qualunque opinione non risulti conforme al pensiero unico di Pillon, premurandodi di far leva sul tema che ha la minor accettazione sociale. Non male per chi sostiene che l'omofobia sarebbe "libertà di espressione" perché lo dice Pillon.
Ed è inventandosi che due genitori gay debbano essere considerati "una condanna" che non ci spiega in che modo voglia vietare di poter sostenere che la famiglia si basi sull'amore e non su un coito vaginale, così come non ci spiega in che modo due genitori eterosessuali che fanno prostituire i figli o che risultino dediti al turismo sessuale sarebbero preferibili a due bravi genitori dello stesso sesso.
Poi Tripodi si lancia nel suo solito sostenere che tutelare le vittime di violenza sarebbe incostituzionale:
Anche qui siamo davanti a slogan in cui non viene spiegato in che modo si possa sostenere che l'odio sarebbe "libertà costituzionale".
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