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L'orrore dei gay torturati in Siria

In Siria non solo "atti omosessuali" vengono puniti con 3 anni di carcere, ma è all'interno delle carceri statali che le vittime incolpate di aver amato un'altra persona vengono mutilate, costrette a rimanere completamente nude o stuprate con un bastone. In alcuni casi si è arrivati all'elettroshock, ai pestaggi e persino alla combustione dei genitali. E come se tutto ciò non bastasse, finita la prigionia le vittime dovranno affrontare le loro famiglie, spesso disposte a trasformarsi in ulteriori carnefici pronte a disconoscere i figli se ritenuti non conformi alla sessualità stabilita dai loro leader religiosi.
È quanto emerge dal rapporto di Human Rights Watch, il quale denuncia un dramma inimmaginabile che si consuma nel silenzio internazionale.

«Ti violentano solo per vederti soffrire, gridare. Vederti umiliato. Questo è quello che a loro piace vedere», racconta un testimone. Molti fuggono in Libano, ma non esistono strutture in grado di trattare ragazzi torturati sadicamente che soffrono di traumi da stress post-traumatico. Un altro testimone ha spiegato che le torture avvengono anche da parte degli altri prigionieri, per volere delle guardie. Dopo gli abusi i ragazzi omosessuali e le donne trans vengono imprigionati con altre 30 persone: «Quando gli altri prigionieri hanno visto che ci sono due persone “morbide” (non etero) tra loro, ci hanno messo in mezzo alla stanza, senza cibo o acqua e la serie di stupri è ricominciata. Mi hanno costretto a fare sesso di fronte a loro con un uomo gay mentre ci picchiavano e ci tagliavano con le lame. Quindi hanno portato il bastone di una scopa e l’hanno inserito nel nostro ano. È iniziato un forte sanguinamento e siamo stati mutilati».
In alcuni casi le torture vengono utilizzate anche per estorcere imprecisate informazioni, con detenuti che quotidiane mentente vengono picchiati e abusati sessualmente con bastoni, manganelli e bottiglie.


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