Oltre il ridicolo. Zaira Bartucca insiste nello spergiurare il falso?


E niente. Pare proprio che la giornalista populista Zaira Bartucca sia incapace di non rendersi ridicola nel suo ripetere ossessivamente i falsi nomi che si è inventata di sana pianta sarebbero i proprietari di Gayburg. E se noi sappiamo per certo che i nomi da lei inventati siano solo una chiara dimostrazione della sua presumibile incapacità professionale, da vomito è come le sue fake news siano sempre accompagnate da insulti gratuiti.

Inventandosi pure frasi che noi non abbiamo mai scritto quasi a vantarsi di come lei si inventi false notizie a fini diffamatori, scrive:


Lei ci minaccia e noi saremmo «stalker» e «maniaci» perché smentiamo le bufale che lei si inventa contro di noi?
Di rilevanza penale pare anche il messaggio in cui la giornalista torna a raccontare che un certificato SSL rilasciato da Aruba S.p.A. potrebbe contenere il numero di telefono di un tizio che noi non conosciamo. Sostiene pure che quel certificato sarebbe stato cambiato e si inventa la sua solita teoria diffamatoria per cui ci accusa di voler nascondere qualcosa. Allega anche la fotografia di un ragazzo che con noi non c'entra nulla e di un minorenne su cui lei aveva costruito insinuazioni pruriginose fa voltastomaco, aggravate dalla evidente falsità delle accuse:


Ed è su questa cazzata che la giornalista pubblica l'ennesimo articolo diffamatorio che propina ai suoi sventurati lettori, col rischio che i più ignoranti possano pure crederle...

Ad esempio,tra i suoi pochi proseliti c'è chi si diverte a insiltarci su suo mandato arrivando a scrivere frasi da bulletto come:




Ma a che mondo vogliono condannarci questi soggetti che si eccitano ad insultare le vittime di fake-news pur di compiacere il bullismo della loro procacciatrice di bufale?
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