Prete etichetta i gay come "depravati viziosi" durante la messa
La Chiesa Cattolica continua ad offrirsi come il principale alleato di integralisti, omofobi, razzisti, neofascisti e molte altre categorie all'antitesi del cristianesimo predicato da Gesù. Ed è aberrante osservare come alcuni preti non abbiano freni o etica perché contano di poter nascondersi dietro una presunta "libertà religiosa" che per loro o per personaggi alla Gandolfini si tramuta in "libertà" di imporre il proprio volere perché loro nominano il nome di Dio invano.
Capita così che un sacerdote di Cantillana (Siviglia) sia salito sul pulpito della sua chiesa e, nel corso della messa, abbia iniziato a sbraitare che la transessualità sarebbe una «aberrazione» in virtu del suo ripetere a pappagallo le stupidaggini create dalle ricche lobby omofobe. Il prete ha infatti sostenuto che «uno nasce uomo, ma può essere donna; si nasce donna, ma si può essere uomo. Adesso sono un uomo, ma domani mattina mi alzo e dico: adesso mi è venuta in mente qualcos'altro. Perché costruisco me stesso. E questo è il massimo dell'assurdità, perché non c'è Dio come riferimento».
Non pago di quelle stupidaggini, don Francesc Xavier Catalá si è poi lanciato nel definire i gay come «persone depravate, persone con una cattiva vita, viziose». E tutto quest'odio era la sua offensiva all'anniversario dell'incidente che portò alla morte di José Pérez Ocaña, icona della controcultura LGTBI.
Manolo Rosado, presidente di un'associazione LGBT dell'Andalusia, ha voluto commentare le orribili parole di don Francesc Xavier Catalá limitandosia definirlo «una persona ignorante piena di odio».
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