Provita Onlus continua a promuovere fantomatiche "cure" dell'omosessualità


L'organizzazione omotransifobica Provita Onlus non solo continua a sostenere che i crimini d'odio sarebbero un "diritto di espressione" del loro Jacopo Coghe, ma investono ingenti risorse nel propagandare l'idea che i gay possano essere "curati". Ed è così che sul loto sito pubblicano una porcheria che dicono sarebbe il «resoconto sulla persecuzione subita da un cristiano, a Malta, a causa del divieto delle terapie riparative per chi ha tendenze omosessuali indesiderate».
Le premesse sono chiare: dicono che il "cristiano" debba essere eterosessuale e che la natura debba essere ritenuta "indesiderata" se mon conforme alle fantasie di Coghe. Giurano pure che chi si odia sarebbe "discriminato" da chi non può vendere inesistenti "cure", un po' come se difendessero i cartomanti o altri ciarlatani.

Surreale è il brano pubblicato da Provita Onlus, il quale rasenta l'offesa alla decenza:

Mi chiamo Matthew Grech e ho 30 anni. Ho dato la mia vita a Gesù Cristo all'età di 19 anni, nel cuore di Londra. Sono stato personalmente convinto dalla parola di Dio scritta nella Sacra Bibbia e dalla preghiera che gli atti omo-erotici sono atti peccaminosi davanti a Dio. Allora, ho deciso di interrompere la mia relazione che durava da un anno con il mio compagno.
Al mio ritorno a Malta, tre anni dopo, mi sono unito a una associazione ecclesiale apostolica chiamata "Fiume dell'amore". Poiché nel nostro gruppo c'erano diverse testimonianze di persone Lgbt che avevano abbandonato quello stile di vita, il nostro sacerdote ebbe l’idea di organizzare un evento speciale per celebrare le storie di coloro che avevano intrapreso questo cammino, liberamente e volontariamente.
Questo evento l'avremmo chiamato Gay No More, Changed By The Love of Christ (Non più gay, cambiati dall'amore di Cristo), e sarebbe stato ospitato nella nostra stessa chiesa. Non appena la cosa è stata pubblicata su Facebook, siamo stati brutalmente attaccati dal Malta Gay Rights Movement (Mgrm), che ha organizzato una protesta di fronte ai nostri locali. Il Mgrm ha mostrato tolleranza zero per le persone che hanno una visione del mondo diversa dalla loro, che credono che il cambiamento sia possibile e che le tendenze sessuali non siano immodificabili.
È così cominciata una incessante e aggressiva campagna mediatica contro la nostra chiesa, contro il nostro pastore e contro le persone ex Lgbt. Ci hanno chiamato "anti-gay". Ci hanno dipinto come odiatori, quando tutto ciò che facevamo era celebrare la vita di coloro che credono i valori più importanti delle tendenze. Da allora, il nostro pastore e io abbiamo avuto diverse opportunità di discutere della sessualità, del matrimonio e delle questioni Lgbt sui media. Le nostre opinioni, sebbene molto contrastate, sembravano sempre presentare una visione “vincente” per la società, una società che è sempre stata tradizionale e "religiosa". La lobby gay ha ritenuto, quindi, che il nostro messaggio fosse molto pericoloso per la loro strategia e agenda. Per questo motivo hanno intensificato i loro sforzi per intimidirci e metterci a tacere. Con la loro azione di lobbying tra i politici al governo hanno fatto proporre e approvare un disegno di legge intitolato «Affermazione di orientamento sessuale, identità di genere e legge sull'espressione di genere», entrato in vigore nel dicembre 2016. Una legge che calpesta i diritti umani fondamentali delle persone che vorrebbero cercare aiuto per superare le tendenze verso quelli dello stesso sesso e per liberarsi dalla dipendenza da comportamenti sessuali indesiderati.
La legge distingue tra persone che possono chiedere aiuto e quelle che non possono, ma costringe le persone a considerare la sessualità dal punto di vista radicale Lgbt, secondo l'ideologia omosessualista, ed esilia nell'emarginazione più completa coloro che condividono la visione del sesso che ha la dottrina cattolica cristiana. Questa legge opera delle vere ingiuste discriminazioni e calpesta la libertà di opinione.
Nel 2018 ho fatto un'audizione per X-Factor Malta (Stagione 1) come cantante. Durante l'intervista pre-audizione ho condiviso la mia testimonianza cristiana, dicendo che ho lasciato l'omosessualità e che ora sostengo la concezione biblica del matrimonio, quale unione tra un uomo e una donna. La sera in cui la mia intervista è andata in onda, le lobby Lgbt si sono scatenate sui social media. Giornalisti, influencer e politici hanno iniziato a commentare mostrando la totale disapprovazione delle mie opinioni e la gente ha cominciato a dire che le mie opinioni non avrebbero dovuto essere trasmesse. Quando la mia intervista è stata caricata su YouTube, è stato molto difficile moderare i commenti. E alla fine la mia voce è stata censurata. Ma nel momento in cui l'audizione e l'intervista sono state rimosse da YouTube è stata palesemente violata la legge sulla libertà di espressione. La questione è finita in Parlamento. Helena Dalli e Silvan Agius, del Ministero delle pari opportunità dell'epoca, hanno entrambi lanciato un attacco mediatico personale contro di me. Hanno detto che il fatto che fossi un ex-gay era una bufala, hanno sostenuto che non avevo il diritto di libertà di parola a causa delle mie opinioni.
Hanno detto - senza dimostrarlo - che le mie esternazioni avevano arrecato un danno al loro lavoro.
Non è stato facile digerire il fatto che il Governo del mio Paese fosse compatto contro di me semplicemente perché avevo una visione del mondo cristiana.
Quindi, la legge maltese nega la realtà della nostra identità: noi ex gay non esistiamo, siamo una bufala. La gente ci discrimina e ci emargina. Anzi, siamo una minoranza non solo emarginata ma anche ridicolizzata. Quelli che si presentano all'opinione pubblica come vittime sono in realtà i nostri oppressori.
Noi comunque continuiamo a lavorare per dare voce a coloro che hanno lasciato, o che vogliono lasciare, l'omosessualità, anche se il clima è ostile ed è un lavoro davvero impegnativo. Il nostro più grande supporto viene dalle chiese di tutto il mondo, che ci accolgono a braccia aperte.
Ci auguriamo che in Italia la giustizia e il rispetto di tutte le minoranze, anche degli ex gay, anche di chi non vuole essere più gay, sia sempre garantito.

Insomma, propaganda di bassa lega che mostra quale feroce odio contro-natura pervada la setta di Jacopo Coghe. E chissà come spiegherà ai suoi figli di essersi proposto come promotore di torture che hanno spinto al suicidio migliaia di loro coetanei.
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