Ciro Migliore sbugiarda il negazionismo di Adinolfi: «Michele voleva uccidermi»
Con buona pace per quel Mario Adinolfi che si è gettato a capofitto in una vergognosa difesa d'ufficio dell'assassino pur di negare che quell'omofobia sui cui lui basa il suo business economico possa uccidere, il fidanzato di Maria Paola Gaglione ha raccontato una versione dei fatti che conferma il movente omofobo dell'assassinio.
Ciro Migliore ha infatti spiegato che «Michele voleva uccidermi, mentre io e lei progettavamo di vivere insieme loro dicevano che eravamo ‘due femmine’. Veniva sotto casa mia, mi voleva tagliare la testa». Ed ancora: «Il 13 luglio io e Paola dovevamo scappare insieme ad Acerra. Paola fu picchiata dai genitori a causa della nostra relazione [...] Il padre la picchiò davanti a me [...] Mi sono trovato il fratello di Paola dietro al motorino. Mi ha buttato il piede contro il mezzo, che sbandava. Paola ha detto a suo fratello di smetterla, gli ha detto ‘ci sono io dietro, basta’. Lui non si è interessato a Paola, voleva uccidermi. Infatti mi ha picchiato. Se non fossi fuggito mi avrebbe ammazzato».
A questo punto bisogna domandarsi se credere ad un testimone oculare o se prendere per buono il negazionismo del tizio che si diverte ad organizzare blasfemi rosari contro i gay.