Gli assassini di Willy Monteiro erano seguaci di Salvini, come Luca Traini


Willy Monteiro, di origini capoverdiane, è stato ucciso con un calcio alla testa. È stato picchiato con una furia disumana e i suoi assassini si sono accaniti sul suo corpo anche dopo la sua morte.
A molti non è passato inosservato che basta sfogliare i profili dei fratelli Gabriele e Marco Bianchi e da Mario Pincarelli, ossia dei due accusati dell'omicidio del 21enne, per apprendere apprende fossero fan di Matteo Salvini:



Se ovviamente non basta un "like" per poter ritenere che Salvini possa essere ritenuto il mandante, è curioso osservare come anche Luca Luca Traini fosse un militante leghista quando aprì il fuoco contro un gruppo di immigrati a Macerata. Ed è sempre stato eletto con la Lega anche quel consigliere dichiaratamente fascista che ha pubblicamente elogiato l'attacco terroristico di Traini sostenendo sia da ritenere un «bravo ragazzo».
Pare dunque che numerosi personaggi legati alla cultura della violenza che è stata sdoganata dall'estrema destra vedano in Salvini il loro riferimento. Evidentemente li eccita un padano che invita a fregarsene del prossimo, che ha sdogana insulti contro le minoranze e che ha trasformato la politica in un qualcosa che deve puntare alla pancia della gente e non più alla ragione. E forse non è andata meglio col suo farsi immortalare fra fucili mitragliatrici mentre prometteva di voler garantire impunità a chi avesse ucciso qualcuno per poi invocare la legittima difesa anche se non fosse così appurato sia stata davvero "legittima".


E che dire di come i genitori abbiano giustificato i figli dicendo che «hanno ucciso solo un extracomunitario», forse educati da chi gli extracomunitari li sequestra o li usa per le sue invettive che mirano a disumanizzarli agli occhi degli elettori? Dal proporre lo schieramento di navi da guerra contro chi salva vite umane al sostenere che il togliere quelle vite non sia grave, il passo è troppo breve.
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