Omofobia a Milano, Jonathan Bazzi denuncia: «Il mio ragazzo è stato chiamato fr*cio tre volte in pochi metri»
Non è chiaro se Pillon e Giorgia Meloni provino divertimento nel raccontare ai propri elettori che loro non vedono omofobia, ma la cronaca quotidiana racconta una storia molto diversa da quella che loro si sono inventati. L'ennesima storia di ordinaria omofobia giunge da Milano, dove lo scrittore Jonathan Bazzi ha raccontato di aver subito ben tre episodi di omofobia ai danni del suo compagno Marius nel giro di pochi metri. Dalla sua pagina Facebook, il vincitore del Premio Strega ha denunciato:
Il mio ragazzo stamattina nel tragitto da Porta Venezia a Lima (500 metri, una fermata di metro) è stato chiamato fr*cio tre volte. Da un gruppo di muratori, da un homeless rumeno (che gliel’ha detto in rumeno) e da un 50enne italiano in giacca e cravatta.
Non si tratta di qualcosa che riguarda solo le periferie, il degrado o solo il passato. La cultura omotransfobica è trasversale e gode di ottima salute, e quelli più riconoscibili fungono ancora oggi, pure a Milano centro, da bersagli mobili.
Nei giorni scorsi lo scrittore aveva denunciato come Milano stia regredendo anche dal punto di vista della libertà di potersi vestire come si desidera:
Non c’è bisogno di “vestirsi da donna”, “esagerare”. Possono bastare un paio di pantaloni di una stoffa non inclusa nel campionario permesso dalla partitura di genere. E quello che succede, da lì in poi, non si sa.