Provita Onlus sciacalla l'omicidio di Maria Paola: per loro non c'è omofobia, si sarebbe trattato di un incidente stradale

L'organizzazione omotransofobica Provita Onlus si è gettata a capofitto nella strumentalizzazione politica dell'omicidio di Maria Paola. A detta loro, la vittima gli permetterebbe di sostenere che non servirebbe alcuna legge contro l'omofobia dato che la famiglia dell'imputato ha negato la matrice omofoba e loro dicono che l'impatto registrato nei verbali di convalida dell'arresto non sarebbe mai avvenuto.
Parlando a sproposito di &laqiuo;lesbica» a fronte di una ragazza eterosessuale che stava con un uomo, paiono non dare valore a come il fratello li abbia inseguiti per chilometri, tirando calci al loro scooter e cercando di farli cadere per "dare una lezione" a Maria Paola e Ciro. Il motivo? Pare dicesse che Ciro avesse "infettato" la ragazza. Ed evidentemente è conforme alla loro idea di "famiglia" una madre che ha chiesto il rilascio del figlio perché, secondo lei, "ha fatto bene a uccidere la sorella".

Eppure Jacopo Coghe e Toni Brandi dicono che le sinistre strumentalizzerebbero la vicenda e che loro non vogliono che davanti ad un crimine di matrice omofoba si possano chiedere leggi contro l'omofobia:


Tra i commenti, c'è chi dice che si sarebbe trattato di un "incidente stradale" e che la colpa sarebbe della vittima perché "non indossava il casco" mentre il fratello cercava di ucciderla. C'è poi chi tira in ballo il fatto che Romeo e Giulietta fossero uomo e donna, quasi a voler dar ragione all'assassino:


Non è curioso che quelli che dicono di voler "difendere i loro figli" dicano che l'omicidio di una ragazza 18enne sia una notizia che non va neppure presa in considerazione?


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