Umbria, la Lega di Salvini propone una mozione contro il ddl Zan
Mentre la legge contro l’omotransfobia e la misoginia tornerà alla Camera dei Deputati solamente nel mese di ottobre, la Lega di Matteo Salvini ha deciso di far perdere tempo prezioso all’Assemblea legislativa umbra per discutere una inutile mozione di sfiducia al DDL Zan.
La proposta è dei leghisti Pastorelli, Fioroni e Carissimi, i quali chiedono che la Regione Umbria si schieri contro la prevenzione e il contrasto dei crimini d’odio verso le persone omosessuali e transessuali.
«Il solo fatto di opporsi ad una legge che si occupa di prevenzione e contrasto all’odio e alla violenza dovrebbe far saltare tutti e tutte dalla sedia –commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos LGBTI– in Italia ci sono ormai numerose ricerche di tutti i più grandi atenei che ci dicono che omofobia e transfobia sono le cause più frequenti di discriminazione: dalla scuola al lavoro, dallo sport alla vita sociale. Negarlo significa essere palesemente in malafede e opporsi al tentativo di arginare questo fenomeno significa porsi dalla parte di chi discrimina, significa concedere copertura politica e giustificazione a omofobia e transfobia. [...] La narrazione che la Lega continua a propinarci di una legge liberticida è semplicemente falsa e creata a tavolino per spaventare il paese. Basta leggere il testo per capire che non c'è traccia di alcuna limitazione alla libertà di opinione o di pensiero, ma solo la prevenzione e il contrasto di crimini e violenza. Purtroppo, la Lega ci ha ormai abituato che quando non ha argomenti nel merito costruisce mostri al solo scopo di alimentare le paure irrazionali dei cittadini. Un po’ come è già successo per la fantomatica “ideologia gender”, chiodo fisso di pochi estremisti ed esaltati in questo paese.»
Nel testo della mozione viene contestata persino la condanna del senatore leghista Simone Pillon, il quale aveva manipolato del materiale informativo nelle scuole per diffamare Omphalos e i loro attivisti durante comizi organizzati in combutta con la lobby di Massimo Gandolfini. La Lega sostiene che la giustizia sia una “limitazione della libertà di opinione” in quel loro rivendicare il "diritto" di mentire a danno delle minoranze.
«Pillon, Gandolfini, De Mari sono persone che hanno fatto dell'odio verso le persone omosessuali e transessuali la loro battaglia politica –conclude il presidente di Omphalos– non a caso non parlano d'altro, sono ossessionate. Che le loro falsità vengano condannate in tribunale è il minimo che possa succedere in un paese civile. Evidentemente i consiglieri della lega in Umbria non hanno niente di meglio da fare che ricevere i diktat di questi personaggi e tentare di riabilitarli con mozioni palesemente false e fuori dal tempo».
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