Ddl Zan, la destra boicotta la discussione con sceneggiate e carnevalate imbarazzanti
I cinque articoli già approvati e l'ipotesi che si potesse arrivare ad un voto finale già in giornata ha spinto le destre populiste ad una di quelle loro squallide e mortificanti pagliacciate che sarebbero ritenute infantili anche all'Asilo Mariuccia. Il tutto all'unico scopo di bloccare i lavori del Parlamento, così magari la Meloni potrà continuare a lagnarsi che lei trova insopportabile che lo stato si occupi delle vittime dell'odio al posto si concentrarsi unicamente dei suoi privilegi da donna eterosessuale bianca che si dice disperata perché non può andare al bar dopo le 18.
Il primo teatrino è andato in scena quando la destra ha chiesto il voto segreto per l'emendamento che istituirebbe la celebrazione della giornata mondiale contro l'omotransfobia anche nelle scuole. E non appena la loro richiesta è stata respinta, Vittorio Sgarbi si è messo a sbraitare come un indeminiato che lui esigeva la sospensione di tutti i lavori e la chiusura della Camera dei Deputati perché diceva di aver paura del Covid-19. Lo ha sbraitato con la mascherina rigorosamente abbassata e dopo mesi trascorsi a proporsi come il negazionista che stava con Salvini nel promuovere irresponsabilità tra i populisti e i negazionisti.
La messinscena e il mancato rispetto delle norma sanitarie per il contrasto alla pandemia gli sono scostata l'espulsione. Ma dato he ai populisti piacciono le pagliacciate, anche questa volta ha preteso si essere portato fuori dall'alula di peso.
A quel punto il deputato D’Ettore (Forza Italia) si è messo a sbraitare istericamente che per lui è inaccettabile accettabile dover spiegare a dei minori cosa siano omotransfobia, bifobia e lesbofobia. A quell'assurda rimostranza, Alessandro Zan haa dovuto rispondere spiegando pazientemente che «stiamo facendo la stessa cosa che è stata fatta per altre giornate. Queste giornate vengono celebrate nell’ambito dell’autonomia delle amministrazioni pubbliche e senza oneri. Trovo vergognoso che si facciano simili affermazioni. Ricordo che qui parliamo solo di contrastare i pregiudizi, le discriminazioni e violenze motivate dalle condizioni personali, ovvero per ciò che le persone sono. Anche io come omosessuale vengo da una famiglia tradizionale. Una famiglia di eterosessuali. Se i colleghi avessero dei figli omosessuali, bisessuali, transessuali gradirebbero e vorrebbero avere una scuola che insegna all’inclusione e al rispetto per tutte le differenze, questo stiamo cercando di fare, semplicemente questo, nell’ambito dell’autonomia scolastica e delle leggi dello Stato. Vorrei ricordare che stiamo parlando di interventi per l’inclusione e il rispetto di tutte le differenze».
Quasi a voler timbrare il cartellino per mostrare che lui è oomofobo come sempre, il leghista Paolini ha avuto il coraggio di lamentarsi: «nella giornata si sono dimenticati i disabili». Peccato che il 17 maggio sia la giornata mondiale contro l’omotransfobia ed è il 3 dicembre la giornata mondiale sulla disabilità.
A quel punto le destre sono uscite dall'Aula nel tentativo di far mancare il numero legale. Ma il loro tentativo fallisce e l'emendamento populista che tentava di sopprimere la giornata mondiale contro l'omofobia è stato respinto.
La discussione riprenderà il 3 novembre.
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