I vincitori del Lovers Film Festival
È Adam di Rhys Ernst il vincitore della 35a edizione del Lovers Film Festival, La pellicola del regista americano Rhys Ernst si è aggiudicata il Premio Ottavio Mai per il miglior lungometraggio «per aver portato alla luce con onestà e naturalezza numerose dinamiche e limiti che abitano ognuno e ognuna di noi, ribaltando i contesti e il concetto di norma, presentando un microcosmo in cui la norma diventa minoranza e viceversa per analizzare le conseguenze e far emergere così le presunzioni, le convinzioni e tutti i paradossi della stessa comunità Lgby+».
Il concorso documentari ha visto la vittoria di Always Amber di Lia Hietala e Hannah Reinikainen per « il senso di onnipotenza e speranza che ti lasciano addosso le storie raccontate bene. Perché è innovativo, onesto, profondo e ti accompagna all’interno della tematica in modo travolgente. È uno sguardo intimo e quasi senza filtro capace di dare spazio ad una storia completa e accessibile che ci piacerebbe riempisse il cuore di più persone possibili».
Una menzione speciale della giuria è stata riservata a Welcome to Chechnya di David France perché «crediamo tutti che sia importante che si parli urgentemente del tema proposto e ci ha colpiti la qualità e la profondità dell’inchiesta proposta».
Il concorso cortometraggi è stato vinto da La traction des pôles (Magnetic Harvest) di Marine Levéel perché «avvalendosi di una splendida fotografia, dai toni luminosi, la regista de "La traction des pôles” riesce a far riflettere con ironia e intelligenza sull’amore omosessuale ai tempi delle app di dating e sull’importanza di riuscire a esprimere i propri sentimenti: il rimedio più efficace per combattere la solitudine».
Una menzione speciale della giuria è stata riservata a Sirens di Juli Tudisco per «la visione femminista intersezionale e la rilettura sovversiva del mito della sirena, non più portatrice di morte, ma liberatrice, espressa attraverso un uso vivace del colore e del suono».
Il premio Gio Stajano è stato assegnato ad Alice Júnior di Gil Baroni per «aver raccontato con leggerezza, ironia ma anche con grande forza, determinazione e umanità, il percorso transgender di Alice, contro tutte le forme di omolesbotransfobia: la transessualità è fatta per splendere ma dobbiamo essere noi i creatroi della nostra felicità».
Il premio Torino Pride è stato assegnato ad Alice Júnior di Gil Baroni perché «il film, con un linguaggio innovativo e sicuramente capace di rivolgersi ad un pubblico giovane, è una vera antologia di punti di vista che si scontrano attorno a dei nodi quali la libertà di essere e quella di amare. Il "corpo resistente" di Alice diventa il catalizzatore di tutte le soggettività non conformiste. Intorno alla sua persona ed alla forza della sua testimonianza del diritto a vivere sé stessa in un corpo sociale ostile si concentra una vera "politica delle alleanze", fatta da solidarietà genitoriale, coetane* che non si vogliono piegare ad una Norma che è concentrato di noia, un insegnante solidale, attorno ad una identità queer che sa raccogliere percorsi trans, gay, lesbici».
Il premio Giuria Young Lovers è stato assegnato ad Alice Júnior di Gil Baroni per «aver saputo raccontare con sguardo onesto e leggero il difficile tema dell'integrazione nel contesto adolescenziale e per averci ricordato che solo uniti siamo davvero forti».
Una menzione speciale della giuria è stata riservata a El Cazador (Young Hunter) di Marco Berger per «aver affrontato con chirurgica urgenza il rapporto fra adolescenti, sesso e pedofilia, raccontando una storia non banale con profonda empatia e potenza».
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