Il "gay di destra" si autoproclama il rappresentante degli italiani (e manda un vaffa a chi contrasta la pandemia)
Forse Ferdinando Tripodi è troppo occupato a proporsi come il populista che vuol essere chiamato «fr*cio» da non riuscire a comprendere che prendere un caffé in piedi potrebbe portare a non rispettate le distanze di sicurezza, dato che non c'è un tavolino fisico che crei distanziamento tra le persone. Ricorrendo a quel suo disfattismo che risulta espressione dell'ideologia populista che tanto male sta facendo al nostro Paese, persino l'evidenza va derisa:
Insomma, a lui pare non andare giù l'idea che ci siano italiani che vogliono tutelare la propria salute nonostante lui ripete che il profitto andrebbe anteposto alla vita. Ed è di sfottò in sfottò che contro Conte scrive pure:
E se pare che il "gay di destra" provi fastidio anche verso quel suo fidanzato di cui parla al passato, inizia a dire che chi non è negazionista quanto lui sarebbe un «miserabile» e un «balordo» in virtù di come lui sostenga che il Covid-19 non debba essere ritenuto causa della morte di chi ha altre patologie. Usassimo la stessa logica, dovremmo sostenere che nessuno sia mai morto di HIV dato che la causa fatale è sempre una patologia aggravata da quel virus e non il virus stesso. Eppure lui scrive:
Si passa così al suo sostenere che i populisti dovrebbero scendere in piazza e rivendicare quello che lui sostiene sua il "diritto" di poter far ammalare gli altri da parte di chi vuole continuare a divertirsi facendo finta che non sia successo nulla. Simpatizzando con chi non vuole poter andate a divertirsi in una Francia che conta centinaia di migliaia di infetti e in cui le terapie intensive al collasso punto che si dovrà decidere chi curate e chi condannare a morte certa, lui scrive:
Il punto di partenza pare essere il suo ritenere che, data la sua età e il suo stato di salute, lui rischi poco e dunque lui non capisce perché mai dovrebbe rinunciare a fare quello che vuole solo perché altri potrebbero morire. Ma forse è un pensiero che potrebbe essere dato per scontato tra chi inneggia ad un Salvini he sequestra vite umane sostenendo che la vita degli altri debba essere ritenta un fastidio.
Ed ancora, dice che per lui a contare sono i soldi, poi pazienza per chi muore. Tralasciando di prendere in considerazione un Conte che ha chiaramente spiegato spiegato come le poche rinunce chieste servano ad evitare un nuovo lockdown che ci condurrebbe alla rovina a causa di chi se ne frega delle regole, lui scrive:
Ma mentre dice che il Covid-19 non sarebbe un problema, pare compiacersi di come il suo Salvini e la sua Meloni abbiano usato i morti per far rinviare la discussione della legge contro i crimini d'odio dettati dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere delle vittime:
Eppure diceva che a lui fregava poco delle decine di famiglie colpite da un lutto, ma poi pare voler usare quei cadaveri contro i diritti dei gay. Sempre sulla sua bacheca spiegava che a lui non fregava nulla di 47 famiglie colpite dal lutto:
Peccato che il suo "non esiste emergenza" giunga mentre sono finiti i posti letto negli ospedali:
L'incessante polemica prosegue con o suoi soliti insulti. Se Conte duce che ci sarà una settimana di tempo per l'adeguamento di chi non rispetta le regole, lui giura che tutti già le rispetterebbero:
Al solito, dice che se la sua palestra sarebbe a posto con le norme, lui se ne frega degli altri. Come prassi del populismo, tutto si basa su sé stessi e non su una situazione che deve tener conto di un intero Paese:
E il suo «faffan***» viene ribadito anche dopo che Tripodi si è autoproclamato il rappresentante degli italiani:
Ci sarebbe da denunciarlo per diffamazione nel suo attribuire i suoi opinabili pensieri ad altri, ma lui insiste nel ribadire che lui non vuole essere responsabile perché lui pretende che altri potessero magicamente sistemare le cose mentre lui continuava a farsi gli affari suoi:
E gli insulti e le offese alla reputazione altrui proseguono:
Con questa gente che si lamenta senza voler fare la propria parte, c'è il reale rischio che non usciremo mai dall'emergenza.