Il GF Vip non interviene contro la De Blank. I termini omofobi sarebbero meno gravi degli altri?
Premettendo che loro sono per l'insulto gratuito e per l'offesa dato che il loro essere populisti li porta a dover stare sempre dalla parte dei bulli, persino un quotidiano avverso ai gay come Il Giornale aveva ipotizzato che Patrizia De Blank potesse essere squalificata per aver usato termini omofobi all'interno della casa del Grande Fratello Vip. D'altronde, se gli insulti contro le persone di colore sono risultati passibili di squalifica e se degli intercalari percepiti come una «bestemmia» dai fondamentalisti cattolici sono bastati a mettere in croce un ragazzetto, perché mai la signora avrebbe dovuto poter deliberatamente offendere un intero gruppo sociale solo perché il leghista Nino Sporlì rivendica il suo far uso di usare quei termini offensivi e dispregiativi? Ed è così che scrivevano:
Ebbene, a testimonianza di come non esista alcuna fantomatica «lobby gay» ma esiste una ponete lobby integralista che pretende la testa dei ragazzini, ecco che la contessa non ha pagato alcun pegno. Evidentemente si è deciso di far passare il messaggio che insultare un gay sia meno grave che insultare altri gruppi sociali, motivo per cui il senatore leghista Simone Pillon avrebbe tutte le ragioni di andare in piazza a sbraitare che lui pretende che i reati d'odio di matrice omofoba siano considerati «libertà di espressione». Ma ovviamente quella sua presunta "libertà" di offendere non deve valere gli altri, perché chiunque citi Dio va punito a meno che non lo faccia brandendo un rosario e dicendo che è nel nome della Madonna che lui sta sequestrando esseri umani a fini elettorali. Da qui si capirebbe perché il Grande Fratello non sia intervenuto contro le lodi al Duce di Fausto Leali o quando Luigi Favoloso organizzò raid squadristi contro la vittima del suo bullismo.