Il leghista Umberto La Morgia inveisce contro il Papa a nome dei "gay cattolici"
Il leghista Umberto La Morgia ha fatto molta carriera da quando ha iniziato a errare tra i vari giornali di propaganda populista proponendosi come il "gay di destra" che benedice l'omofobia della Lega dicendo che il disprezzo contro i suoi fratelli compiacerebbe il cuore immacolato di Maria.
Partendo dal suo presupposto per cui lui dovrebbe potersi opporre al genere percepito dagli altri ma bisognerebbe prendere per buono il suo dirsi «cristiano», è dalle pagine di Libero che firma un appello surreale appello contro il Papa e la sua apertura al riconoscimento delle unioni civili.
Autoproclamandosi rappresentante dei "gay cattolici", è insieme ad altre undici personaggi che se ne esce con le solite stupidaggini sul fatto che loro esigono che si vieti ai gay di poter avere una famiglia dato che integralisti alla Pillon non vogliono possano avere figli:
Noi omosessuali cattolici e non cattolici, ma comunque contrari all’ideologia LGBT+ e all’utero in affitto contro cui ci battiamo con forza in quanto degrado della dignità umana, siamo sgomenti dalle dichiarazioni emerse di Papa Francesco sul tema della famiglia omosessuale: dalla sorta di collage fatto emergere.
Il vostro silenzio non è ammissibile.
Ci aspettavamo in particolare almeno da questa redazione parole chiare vista la sconcertante strumentalizzazione delle parole del Santo Padre. Sono ovunque le reazioni di tripudio di tutto il mondo LGBT, di quelle agenzie della "colonizzazione ideologica" gender che tanto preoccupa il Papa, e sono reazioni contro di noi.
Dopo l’uso e l’abuso di tali dichiarazioni da parte di media, politici ed esponenti di spicco del pensiero laicista e anticlericale ci aspettiamo almeno una rettifica, una delucidazione, un chiarimento.
Gli omosessuali che cercano di vivere eroicamente la sfida del messaggio cristiano ora sono spaesati, non consolati.
Per chi non l'avesse capito, il leghista dice che lui esige che ai gay sia chiesto di non poter far sesso dato che il sesso spetterebbe solo ad un Salvini che ama le cubiste leopardate e che ha ingravidato varie ragazze che non erano sua moglie.
E coloro che invece non hanno il dono della fede o che non seguono la totalità dei precetti della Dottrina, ma che comunque hanno ben chiare le laiche e immutabili leggi della vita e della biologia e vogliono difenderle, sono altrettanto sgomenti.
Giusta l’accoglienza di tutti e la misericordia. Ma possibile che non sia pervenuta nessuna parola di ripudio della maternità surrogata o della mondana logica del “figlio a ogni costo”? Siete consapevoli che si sta prestando il fianco alle peggiori ideologie anti-umane a cui il Papa ha espresso più volte contrarietà e ai fautori di leggi liberticide che potrebbero a breve impedire la libera espressione sia del pensiero cristiano che del pensiero autenticamente scientifico, specie in merito a filiazione, genitorialità e identità di genere?
Non ricordate quanto è stato arduo arginare le derive ideologiche e garantire ai bambini il diritto ad avere un padre e una madre quando la legge sulle unioni civili era in approvazione qui in Italia? Qualcuno per caso ha disprezzo del lavoro fatto dal mondo cattolico e dalla società civile in quel periodo e finora per la famiglia naturale?
Parlate chiaro. Esprimetevi. Lo smarrimento è grande. Non sono più tempi per diplomazia e mondanità. Noi ci siamo.
Insomma, dicono che in uno stato laico si debba imporre quello che dicono i fondamentali cattolici, lamentandosi di chi predica amore anziché pronunciare il nome di Dio invano contro qualcuno.
A firmare quella lettera triviamo anche Carlotta Marcianesi, Giorgio Ponte (già protagonistadi vari convegni anti-gay con Costanza Miriano), Lorenzo Liberato, Alessandro Gobbetti, Paolo Olivieri, Marco Travaglio (non il giornalista), Giovanni Luca Perrella, Pierpaolo Napoli, Tommaso Zarattin, Francesco Padula e Stefano Gibellini.