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Lega e FdI ottengono la chiusura della Camera, ma solo per la legge contro l'omofobia

Su richiesta di Lega e Fratelli d'Italia, il presidente della Cameraha annunciato lo slittamento del ddl «su richiesta dei capigruppo di opposizione» in virtù «delle positività e delle quarantene che riguardano i loro gruppi». E se non stupiscono che finiscano in quarantena quello che cercano voti proponendosi come i menefreghisti che non indossano le mascherine, surreale è come tutte le altre attività proseguiranno normalmente.

Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, commenta: «È incredibile e incomprensibile la decisione di rinviare esclusivamente la discussione sulla legge contro omotransfobia e misoginia per i casi di positività al covid19 di alcuni capigruppo. Se l’attività legislativa non può proseguire per motivi sanitari, si chiude tutto il Parlamento. Lo slittamento selettivo della sola legge che riguarda i crimini verso le persone LGBTI suona come un trucchetto politico per rinviare ancora una volta la discussione su una legge attesa da 25 anni. Uno schiaffo alle 60 piazze che oggi in tutta Italia hanno chiesto con forza al Parlamento di fare presto e di fare bene nell’approvazione della legge».
Valerio Colomasi Battaglia, presidente del Circolo di cultura omosessuale Mario Mieli di Roma, aggiunge: «È gravissimo che, ancora una volta, il Parlamento rinvii la discussione della legge contro l’omotransfobia. Siamo perfettamente consapevoli della situazione sanitaria e sociale drammatica attuale, la viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle, eppure continuiamo a fare il nostro dovere nei confronti della collettività. Perché il Parlamento non è in grado di farlo?».


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