Ma i leghisti non dicevano che odio ed insulti fossero "libertà di espressione"?


Vedremo se quei messaggi sono veri o se risulteranno una bufala come il falso gatto che i leghisti sostenevano fosse stato cucinato da un migrante. Eppure pare surreale che Silvia Sardone dica di sentirsi la nuova Fallaci mentre dichiara guerra all'Islam in una patetica manipolazione di alcuni insulti infantili che dice di aver ricevuto su Facebook. E neppure si capisce perché mai sostengache il contrasto ai crimini d'odio contro i gay sarebbe un attacco alla sua "libertà di espressione" mentre poi promette guerra ad intere etnie sulla base di insulti scritti da singoli, di fatto ostentando al principio per cui la responsabilità penale è del singolo e non attribuibile ad altri. Eppure lei scrive:


Ovviamente tutti i nomi sono pubblicati in chiaro e curiosamente tutti identici nel loro stile. L'effetto delle sue invettive si vede tra i commenti, dive la leghista raccoglie insulti diretti ad intere etnie che vanno ben oltre a quelli che lei ha messo alla gogna.

A sostenerla arriva anche il solito Ferdinando Tripodi, il quale va in piazza con Giorgia Meloni a sbraitare che l'omofobia non sarebbe un'emergenza e che i reati di matrice omofoba sarebbero "libertà di espressione" mentre sostiene che i leghisti e i razzisti sarebbero vittima di "un clima d'odio". Lo dice con quei soliti toni che lo vedono proporsi come il detentore della verità assoluta che impartisce ordini su ciò che lui esige sua fatto:


Poi il passo è breve per iniziare ad asserire che i leghisti provano disgusto per un governo che lavora dopo le 18 e che i leghisti pretendono che i malati asintomatici non siano ritenuti un problema anche se possono infettare gli altri esattamente come chi finisce in terapia intensiva:




Insomma, populismo su populismo. Ma non osate dirgli che voi volete tutelare la vostra salute o c'è il rischio che vi accusino di "odiare" chi sostiene che il profitto di chi inneggia al menefreghismo valga più della vostra vita.

A cercare profitto elettorale sui presunti insulti è anche il solito Salvini, il quale mostra fiero la Sardone che manifesta contro il principio costituzionale sulla liberta di religione:


Peccato che il padano non abbia mai espresso solidarietà ai gay che vengono picchiati per strada mentre lui promette di voler ostacolare una legge per il contrasto a quei crimini. Ed è surreale che una fomentatrice come la Sardonevenga proposta come la "vittima" di un "clima d'odio" quasi si volesse negare che lei ne è stata artefice, impegnata quotidianamente a sbraitare insulti contro interi gruppi sociali e contro intere famiglie.
Vero che la violenza va sempre condannata, ma vero è anche che è difficile solidarizzare con chi su quell'odio ha basato il proprio profitto.
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