Meluzzi: «Bergoglio ha pronunciato quelle parole perché intimorito dal clima repressivo cui si ispira la legge Zan»


Dopo la surreale intervista a Mario Adinolfi, il sito "Lo Speciale Giornale" è corso a chiedere ad Alessandro Meluzzi di sconfessare le parole pronunciate da Papa Bergoglio a sostegno delle unioni civili. Se non si capisce su quali basi chiedano ad un primate della Chiesa Ortodossa di mettere becco sulle posizioni del leader della Chiesa Cattolica, indicativo è come il punto di partenza della loro discussione sia un libretto anti-gay pubblicato da CasaPound in cui si teorizza la superiorità die maschi che hanno erezioni alla vista di una donna.
In mezzo al solito cumulo di banalità, Meluzzi ha tentato di sostenere che l'"immutabile dottrina" della Chiesa sarebbe stata decisa in un volume «voluto da San Giovanni Paolo II e completato da Benedetto XVI» e dunque da decisioni assunte da degli uomini duemila anni dopo la morte di Gesù Cristo.

L'intervista diventa ancor più surreale quando Meluzzi si spinge nel dichiarare:

Il sospetto che mi assale è che forse Bergoglio possa aver pronunciato quelle parole proprio perché intimorito dal clima repressivo cui si ispira la legge Zan, che di fatto istituisce una sorta di regime poliziesco contro le opinioni scomode, in questo caso quelle di chi si oppone ai tentativi di distruggere l’istituto della famiglia. Tenga conto che, chi segue la dottrina cattolica, rischia seriamente di essere perseguito penalmente perché accusato del reato di omofobia. Se questa legge passerà ci ritroveremo nella stessa situazione dei primi cristiani, che per timore di subire le persecuzioni dell’impero consegnavano i vasi sacri e le sacre scritture alle autorità. Il papa in questo momento dovrebbe dare forza ai cattolici impegnati nella lotta contro questa legge liberticida, e non incoraggiare invece chi, di fronte al timore di dover subire le odierne persecuzioni, è pronto a tacere e a non difendere la dottrina sul matrimonio e la famiglia.

Ovviamente siamo dinnanzi alla soliyta falsa testimonianza offerta in sfregio al nome di Dio da un violento che cerca di tutelare chi commette reato d'odio inventandosi che lui non potrà poi dire quanto lui disprezzi i suoi fratelli e quanto lui si sente "ariano" nel suo eccitarsi sessualmente alla vista delle sue parrocchiane.
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