Pillon torna ad attaccare il ddl Zan e il diritto alla famiglia per i cittadini gay

Se castrassimo tutti gli uomini non avremmo più stupri. Più o meno è questo il tenore della patetiche "argomentazioni" con cui il senatore leghista Simone Pillon dichiara che lui esige che a due gay siano riconosciuti loro diritti civili perché lui teme che non potrà stappare i genitori ai bambini che lui non vuole potessero nascere.
Confondendo i doveri di un rappresentante di uno stato laico con il suo proporsi come l'uomo che agisce per conto della setta di Gandolfini nel tentare di introdurre una sharia che vieti ogni opinione diversa dal loro pensiero unico, è dalla sua pagina Facebook che il leghista scrive:

Non sono un teologo, nè tantomeno un cardinale. Sono solo un battezzato e, tra mille cadute e con tutti i miei molti limiti, cerco di seguire il mio Signore.
Ho però precise responsabilità pubbliche, visto che ho iniziato la mia esperienza politica tra gli organizzatori dei Family day e devo delle risposte ai
molti che in questi giorni mi chiedono cosa ne pensi di quanto sta accadendo nel dibattito pubblico dopo le parole (manipolate in modo pasticciato) di papa Francesco.
Ho già intimato agli avversari di non strumentalizzare il papa, visto che non mi pare si ricordino di citarlo quando parla di aborto o eutanasia, ma comunque non posso ignorare che qualcosa sia accaduto.
Vorrei pertanto articolare le mie considerazioni in due parti: una sul piano giuridico-politico e l'altra sul piano della mia fede personale, senza alcuna ambizione di fare la morale a nessuno.

Ovviamente è opinabile il suo sostenere che il Papa sarebbe stato frainteso solo perché ha osato dire qualcosa che a lui non è piaciuto. Ed è interessante che a dire di non voler fare la morale è colui che chiede leggi che impediscano ai gay di poter accedere alla reversibilità o che neghino loro i diritti di cui lui gode a piene mani nel nome di come a lui piaccia vantarsi di come lui si porterebbe a letto delle donne.

Dicendo che la sua opinabile "Morale" dovrebbe essere ritenuta oggettivamente giusta e dunque una norma da imporre, afferma:

Restando solo sul piano del diritto e della logica umana, sono intimamente convinto, per ragionamento e per esperienza personale e professionale, che i bambini abbiano il diritto di crescere circondati dall'amore e dalla cura della loro mamma femmina e del loro papà maschio. A volte le circostanze della vita lo rendono impossibile, ma questa non è una buona ragione per negare il loro diritto, anzi, è compito della comunità restituire per quanto possibile una mamma e un papà a chi li abbia perduti.
Dare riconoscimento pubblico ad una unione diversa dalla famiglia naturale (same-sex oggi, ma anche poli-amorosa domani) apre inevitabilmente alla possibilità che le parti di quella unione chiedano di esercitare i loro "diritti riproduttivi" chiedendo l'adozione, la fecondazione artificiale (per le coppie lesbiche) o l'utero in affitto (per le coppie gay).
Una banale ricerca di diritto internazionale ci conferma che in tutti gli Stati dove si sono riconosciute le unioni civili, nel giro di poco tempo si è giunti a legittimare matrimonio gay, adozione gay, fecondazione artificiale e utero in affitto, o anche adozioni poliamorose a più di due "genitori", comprimento in modo inaccettabile il diritto dei bambini di avere una mamma e un papà.
Ecco perchè da persona, da giurista e da politico ero, sono e sarò contrario al riconoscimento pubblico delle unioni diverse dalla società naturale composta da un uomo e una donna, e combatterò con ogni determinazione le adozioni gay e le varie forme di maternità surrogata.
Per la stessa ragione sono e resterò contro ogni legge che limiti il diritto di espressione verso le ideologie LGBT, come ad esempio la pdl Zan, perchè si tratta di norme che, lungi dal voler davvero tutelare le persone, mirano al contrario a imporre una dittatura del pensiero unico omosessualista e hanno come logica conseguenza il medesimo armamentario e cioè utero in affitto, adozioni gay etc. etc.
Per supportare queste mie precise convinzioni non servono la fede, la Chiesa, il magistero. Bastano la ragione e la logica.
Ecco perchè rifarei domani non uno ma cento family day, per difendere i nostri bambini e riaffermare i loro diritti.

Anche qui non si capisce con quale faccia tosca parli di "pensiero unico" dinnanzi al contrasto dell'odio e poi pretenda leggi che impongano come si debba nascere, chi si possa amare, con quanta sofferenza si debba morire e come le donne devono usare il loro utero. Poi, mischiando politica e religione, conclude:

Sul piano della fede, come dicevo, parlo da semplice battezzato, senza alcuna responsabilità ecclesiale se non quella di marito e di padre, e mi chiedo: può qualcosa di moralmente sbagliato diventare un diritto civile? Potrei citare il sesto comandamento, potrei ricordare passi importanti della Bibbia oppure splendide pagine di magistero di san Giovanni Paolo II e di papa Benedetto XVI ma credo che la risposta più convincente alla fine sia data paradossalmente un'altra domanda: Dio c'è o non c'è? Esiste o no la vita eterna?
Se la risposta è no, allora andiamo a mangiare, a bere e a divertirci. Ognuno faccia tutto ciò che gli passa per la testa, perchè tanto domani moriremo. Lasciamo la famiglia e i figli, dimentichiamoci parole come impegno e sacrificio, e ognuno vada a far quel che vuole con chi gli pare, a bere, a darsi piacere in tutti i modi possibili perchè la vita è breve e passa in un baleno, e poi ci attendono solo buio, nulla e oblio.
Ma se Dio esiste (e vi assicuro che è così...) ed esiste la vita eterna, esiste un destino eterno di gioia senza fine, una luce splendente al cospetto della quale le realtà terrene sono solo pallidi riflessi, e tutto questo non è solo nell'aldilà ma comincia già oggi per chi si affida al buon Dio, beh allora vale la pena entrare per la porta stretta, convertendo ogni giorno il nostro cuore non già a ciò che ci piacerebbe fare, ma a ciò che è giusto fare...

Strano, perché sono loro quelli che dicono che la tutela della vita umana venga dopo la possibilità di andare al bar dopo le 18...


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