Provita ci propina il loro «disabile contro il ddl Zan», peccato sia un esponente del patito omofobo di Adinolfi
È con la loro consueta violenza ideologica che l'organizzazione Provita Onlus è tornata a dire che loro non vogliono che i disabili possano essere difesi dai crimini d'odio se questo significa che chi picchia un gay in virtù del suo orientamento possa rischiare un'aggravante. Lo hanno fatto confezionando un articolo vergognoso intitolato "Disabile contro il ddl Zan: Non in mio nome" che hanno classificato in una surreale categoria chiamata "Gender e sessualità":
Ed è così che Jacopo Coghe e Toni Brandi si sono messi a rilanciare un messaggio scritto su Facebook da un tale Vincenzo De Lorenzo, il quale afferma:
Ecco, oltre ad avere la curiosità di conoscere quali siano le “molte associazioni”, le ribadisco che quella sua proposta normativa sarà #noninmionome. Sa perché? Perché la distonia della quale soffro da 54 anni, per una carenza di ossigeno durante la nascita, mi inchioda a una sedia da qualche anno.
Perché più persone mi seguono 24 ore al giorno, mi lavano, mi puliscono, mi fanno mangiare e addirittura mi girano nel letto durante la notte, per aiutarmi a cambiare posizione, a respirare meglio, a continuare a vivere.
Perché ogni mese, ogni giorno, ogni ora, mi assilla il problema di come pagare le tante spese che mi sono necessarie, nonostante la signora rumena che mi accudisce da sempre, il ragazzo togolese che è un po' le mia braccia e le mie gambe, le tante persone che mi portano in giro, accettino compensi davvero irrisori rispetto alla mole di lavoro che svolgono, all'impegno che è loro richiesto, alla dedizione con la quale si prendono cura di me.
In altre parole, il disabile di Jacopo Coghe dice che lui non vuole la legge perché a lui non serve. Ed è imbarazzante come prosegua affermando:
Soprattutto #noninmionome inserisca la postilla sulle persone con disabilità perchè io sono nato uomo, maschio, sono convinto che la donna che ho sposato sia stata la grazia più grande che ho ricevuto, che i miei genitori siano stati fondamentali perché arrivassi a laurearmi a inserirmi lavorativamente, a realizzarmi come scrittore, poeta, anche aspirante politico nel Popolo della Famiglia. Sono convinto sopratto che mia madre, la donna che mi ha generato, continui a vivere in me così come io in lei, malgrado non sia più tra noi da 15 anni.
Esatto, il disabile di Jacopo Coghe è un esponente del patito omofobo di Adinolfi. E dice che lui preferisce che i disabili non siano tutelati piuttosto che permettere a qualcuno di poter vivere in santa pace la propria vita quando lui vuole cercare di imporre i suoi pruriti sessuali e le sue teorie sui maschi che avrebbero l'obbligo morale id penetrare vagine come Adinolfi ha fatto con gli organi genitali delle sue due mogli:
#noninmionome mi accomuni a persone che ritengono giusto, doveroso, irrinunciabile scegliere il proprio genere indipendentemente dal sesso, #noninmionome mi accomuni a persone che ritengono corretto, auspicabile, anche solo possibile ordinare, comprare e strappare i figli dal seno materno, per soddisfare i propri desideri, #noninmionome mi accomuni a un circo mediatico che è quanto più lontano da me possa esistere.
Io, la mia disabilità non la espongo come un trofeo, non la impongo agli altri come un dogma, non la propongo come un argomento salottiero. Se domani dovessi decidere di essere altro rispetto a quello che sono, il mio corpo, che è parte essenziale di me, me lo ricorderebbe e non sarebbe certo la legge Zan a cambiare le cose.
Per concludere onorevole Zan, #noninmionome discuta la sua legge in Parlamento, #noninmionome cerchi alibi per imporre il silenzio a chi è contro l'ideologia omosessualista, #noninmionome speculi sul mio dolore, sulla mia sofferenza, sulla mia vita.
Un'ultimissima riflessione: è sicuro che le persone con tendenza omosessuali vogliano essere accomunate alle persone con disabilità?
L'ultima frase è da vomito, dato che il seguace di Adinolfi offende le persone con disabilità sostenendo che i gay non vorrebbero mai essere accomunati con chi lui dice varrebbe meno degli altri. Insomma, forse quella legge servirebbe anche per tutelare i disabili dall'odio del disabile di Provita...
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