Zaira Bartucca torna ad insultarci (e rivendica il suo far soldi con la pirateria informatica)


Ormai è una persecuzione. Tornando ancora una volta a spergiurare il falso nonostante le decine di smentite ricevute, la signora Zaira Bartucca (che sostiene di essere iscritta all'ordine dei giornalisti nonostante il suo nome non compaia negli albi) continua a firmare decine di messaggi diffamatori volti a sostenere che noi non dovremmo poter sbugiardare le sue dichiarazioni anche se diretti a ledere la nostra dignità e la nostra onorabilità. Lamentandosi del numero di risposte senza mai guardare all'imbarazzante numero di attacchi da lei pubblicato, scrive:


Ovviamente il nome pubblicato è falso ed è quel nome che lei si è inventata di sana pianta e che continua a ripetere senza rendersi conto di quanto risulti ridicola nel mentire contro ogni evidenza. Più evidente, invece, è la sua propensione a diffondere dati tutelati dalla legge nel tentativo di usarli come strumento di ritorsione e di intimidazione contro chiunque osi dissentire dai suoi articoletti in cui spergiura che il Coronavirus si possa guarire con un'Aspirina.

Gli insulti proseguono con la populista che continua ad atteggiarsi da bulletta nello scrivere:


Sperando che il ragionamento non risulti troppo complesso per le loro menti populiste, non è difficile comprendere una semplice evidenza: se la signora si è inventa dei nomi falsi, pare evidente che esista un collegamento con chi cita quei nomi falsi nel pubblicare insulti e ingiurie. È esattamente come se noi scrivessimo che la madre della Bartucca è una serial killer e qualcuno le dicesse che sua madre è una squilibrata assassina: sarebbe evidente che la responsabilità di quell'asserzione sarebbe nostra a meno che non sia una verità. Ma dato che il nome da lei pubblicato è falso, l'evidenza è confermata ed inconfutabile.
Se abbiamo parlato di "presunti seguaci" è solo perché (al suo contrario) preferiamo lasciare siano le autorità preposte a verificare la realtà dei fatti, ammettendo che in assenza di prove si debba necessariamente usare un linguaggio da illazione. Ancor più se si considera che nessuno può sapere se quelle siano persone reali o se magari si tratti di messaggi scritti direttamente da lei o quel suo amichetto ucraino.

La Bartucca inizia così a retweettare ossessivamente le false notizie che si è inventata contro di noi, quasi volesse testimoniare che è stata lei ad essersi inventata quelle stupidaggini e che è lei la mandante dei messaggi e delle diffamazioni da noi ricevute:


Si passa così a nuovi insulti, con la populista che ci accusa di condurre una «campagna denigratoria» contro di lei che sostiene deriverebbe dal nostro essere costretti a smentire le sue costanti fake-news. In particolare se la prende con il nostro aver osservato che i riferimenti da noi citati (e da lei contestati) derivassero direttamente da asserzioni da lei pubblicate sul suo sito. Inventandosi che nessuno ci chiederebbe pool redazioni (falso, dato che il fatto che noi non li accettiamo non significa che non ci vengano chiesti) ed inveendo istericamente contro il nostro aver osservato che tra i suoi "media partner" ci siano due piattaforme in cui lei si offre di vendere articoli sul suo sito, scrive:


Se la signora dice che da loro non esistono articoli sponsorizzati scritti come se fossero notizie, è curioso che sul suo sito dica di vendere contenuti sponsorizzati che hanno lo scopo far «conoscere la particolarità del tuo sito o della tua azienda con testi di taglio giornalistico utili e informativi». Dunque, come se fossero notizie:


Pare dunque assurdo che la signora ci accusi di "gravi illazioni" davanti a ciò che lei stessa afferma anche se, a giudicare dal sito che vende i loro spazi, non pare esserci una gran richiesta di articoli pubblicitari dato che ne risultano venduti unicamente due:


Gli articoli in questione, sono come questo, dove la parola "sponsorizzato" compare scritto in piccolo solo in fondo alla pagina a fronte di un contenuto formattato ed impostato come se fosse un articolo:



Quindi, dove sarebbe l'"illazione" nel descrivere un dato di fatto?

Ma il peggio arriva con un altro articolo sponsorizzato (archiviato qui e qui ad uso della polizia postale) in cui la signora usa il pretesto del lockdown per suggerire quattro film da vedere in televisione. Ma è nel bel mezzo dell'articolo che troviamo un invito a guardare quei film in "altadefinizione", con la parola linkata un sito pirata che permetterebbe di guardare i film in streaming da quelle piattaforme che violano il copyright e il diritto d'auore.
A margine dell'articolo, troviamo una piccola nota in cui scrivono: "Link esterno sponsorizzato. Rec News declina ogni responsabilità per quanto riguarda i contenuti". Quindi, esplicitamente, ammettono di aver ricevuto soldi per linkare un sito di dubbia legalità.
Chi conosce il funzionamento degli algoritmi di Google sa bene che l'acquisto di link legati a determinate parole chiave serve a cercare visibilità su quelle ricerche, così come molti sanno che "altadefinizione" è uno tra i siti pirata più noti d'Italia. Il suo articolo serve dunque ad aiutare quel sito ad intercettare il traffico pirata di chi viola la legge.
Evidentemente la signora Bartucca non ha avuto remore ad incassare soldi per promuovere quelle attività, ritenendo che fosse sufficiente il suo scrivere che lei non si assume responsabilità per ciò che lei stessa linka in cambio di denaro.
La sua teoria è quindi che si possa promuovere ogni azione ed attività legale purché si dica che non ce ne si assume la responsabilità? La troveremo a linkare negozi di Viagra o di ducili con minucsoli disclaimer in cui dice che lei non si sente responsabile di ciò che fa?

Concludiamo con un'ultima nota. dato che la signora Bartucca pare eccitarsi nel denigrare il nostro lavoro e il nostro sito, ci spiace informarla che i dati da lei stessa forniti ci permettono di osservare che il suo sitarello è valutato quasi la metà del nostro. Stando ai dati di MozSeo che vengono inclusi nella sua paginetta per la vendita di dati pubblicitari, il suo rank è questo:



Di contro, i dati di Gayburg.com sono questi (peraltro penalizzati dal cambio di dominio):



Lo stesso viene rilevanto dalla classifica di Alexa. Il suo sito risulta infatti parcheggiato nei meandri della rete



Di contro, Gayburg risulta essere posizionato 8 milioni e 800mila posizioni al di sopra del suo sitarello populista:



E se non le dovesse piacere neppure Alexa, le cose non cambiano su Google Trends:



Quindi su quali basi si permette di denigrarci raccontando bugie? Perché creca di offenderci accusandosi di essere "invidiosi" di chi prova a far soldi insultando i morti e raccontando che dal Covid-19 si possa guarire con un'aspirina?
Non ci è mai interessato giocare a chi ha più autorità o popolarità, ma se qualcuno inizia a denigrarci in maniera così volgare ed offensiva, allora è il caso di ricordargli quali sono i dati oggettivi.
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