Avvenire apre al ddl Zan
Contro le menzogne sparse dalla ricchissime lobby integraliste finanziate dai patriarchi russi, persino il quotidiano dei vescovi è arrivato ad ammettere che gli obiettivi della legge Zan in merito all'educazione al rispetto nelle scuole siano «obiettivi in larga parte condivisibili».
È quanto Luciano Moia su Avvenire, andando finalmente oltre la bufala del fantomatico «indottrinamento gender» di cui campa la propaganda dei partiti populisti. Ovviamente Moia continua a difendere l'omofobia vaticana asserendo che nel ddl Zan ci sarebbero «aspetti problematici», ma almeno ammette che «potrebbe rivelarsi un’opportunità anche in chiave educativa per riflettere, anche nelle scuole, su temi ormai irrinunciabili».
E se Jacopo Coghe descrive i bambini come deficienti che non saprebbero capire nulla dato che lui dice debbano essere indottrinati a pensare ciò che loro padre gli ordina di pensare, Avvenire spiega che:
La posizione secondo cui non sarebbe corretto affrontare a scuola questi argomenti perché “divisivi” o addirittura imbarazzanti non regge in alcun modo. I nostri ragazzi non solo ne parlano, cercano informazioni, si guardano dentro per capire e per capirsi, ma arrivano a definire come “normali” scelte che interrogano e, in molti casi, spiazzano noi adulti.
A fronte di datoiche evidenziano come il 10,3% dei ragazzi e il 4,6% delle ragazze tra i 13 e i 18 anni d'età dichiara di avere un rapporto stabile omosessuale, Moia osserva che «non basta ribadire come un mantra l’evidente suddivisione binaria della natura umana. Una parte dei nostri ragazzi vive anche “quelle” esperienze e ci chiede di non fingere indifferenza, di essere accolta e aiutata a capire. Ma chi ha competenze e strumenti per farlo in modo coerente e sereno?».
E se è facile temere che i vescovi pretenderanno condanne "morali" e azioni di contrasto alla natura. se non altro si è andati oltre alle bufale con cui Toni Brandi e Jacopo Coghe hanno fatto fatturato per anni.