Cascioli e la tragicomica del prete che dice di sentirsi «perseguitato» da chi condanna i reati d'odio


È sulle pagine de La Nuova Bussola Quotidiana che troviamo una surreale lettera di un presunto sacerdote che scrive a Riccardo Casicoli per raccontargli il suo psico-dramma di omofobo che dice di sentirsi «perseguitato» da chi non lo lascia libero di perseguitare il prossimo.
Il prelato arriva anche a dire che una legge che estenda le aggravanti di cui lui gode da trent'anni sarebbe "liberticida" in virtù del suo sostenere che non si possa essere "cristiani" se non si dispensa odio e se non si vomitano sentenze morali a sfregio di quel Gesù che invitava a non giudicare.

Evidentemente non informato di quanto dicesse Gesù della trave e della pagliuzza, il prete scrive:

Sono un sacerdote, amo la Chiesa e il suo Magistero perenne, e voglio restare fedele alla Sede di Pietro fino alla fine dei miei giorni. La fedeltà a questo - e insegnare la verità su omosessualità e famiglia - mi provoca attacchi e persecuzioni e quel che è peggio sono lasciato solo da chi dovrebbe difendermi.

Il suo unico problema è che non gli viene permesso di promuovere omofobia e di calpestare i diritti costituzionali dei cittadini. E se non è vero che la legge Zan gli impedirebbe di vomitare odio a meno che non commetta un reato penale già perseguibile, ingiustificabile è il suo sostenere che lui vorrebbe imporre la sua presunta "morale cristiana" manco pensasse di essere uno jihadista dell'Isis.

Sempre abusando della religione come "giustificazione" all'odio, prosegue:

La nostra colpa, agli occhi del mondo e agli occhi di buona parte cattolica, sta nell’insegnare sul tema dell’omosessualità e del matrimonio quel che la Chiesa ha sempre insegnato, quel che è scritto a chiare lettere nella Parola di Dio. E cioè che l’attrazione sessuale verso le persone dello stesso sesso è intrinsecamente disordinata e non può essere lecitamente assecondata in alcun caso; inoltre, che l’istituto naturale del matrimonio è soltanto fra un uomo e una donna.

Secondo copione, arriva anche il solito vittimo a cui amano ricorrere i fondamentalisti:

Ho vissuto tutto questo sulla mia pelle, come tantissimi altri sacerdoti italiani, solo per aver espresso dissenso circa il DDL Zan, a seguito della dichiarazione della CEI che – giustamente – ne denunciava le derive liberticide. Ho ricevuto insulti, minacce di ogni genere e calunnie pubbliche (e continuo a riceverne a distanza di mesi), come li hanno ricevuti le persone a me vicine. Fino a cose che mi vergogno perfino di riportare. Il tutto, nel silenzio o – peggio – nelle dichiarazioni ambigue, di chi, più in alto, avrebbe dovuto difendermi.

Ovviamente non ci viene detto che cosa abbia dichiarato e in quale circostanza, ma se i vescovi non hanno alcuna intenzione di difenderlo, è facile immaginare si possa essere lanciato in dichiarazioni imbarazzanti e insostenibili. E pare rientrare nel peccato di superbia il suo basare tutta la sua invettiva sul porre come presupposto del suo discorso che che chi odia ha ragione e chi ama sia sbagliato.

Ed aberrante appare anche la risposta di Cascioli, il quale invita il sacerdote a continuare vomitare omofobia a danno dei suoi fratelli, sostenendo che l'odio faccia felice Dio:

Caro don Guido,
la ringrazio per la sua lettera così chiara e drammatica allo stesso tempo. Capisco benissimo il suo disagio e quello di tanti altri sacerdoti: essere perseguitati dal mondo viene messo in conto, trovarsi isolato ed emarginato all'interno della Chiesa per difendere il suo insegnamento è una spiacevole novità. Ma come dice lei "è tutta Gloria, per amore a Dio e all'uomo". Sono anche convinto però che non siamo noi a scegliere il momento e il luogo in cui siamo chiamati a dare testimonianza alla verità, se attraverso un lavoro umile e nascosto o con una ferma posizione pubblica. L'importante è farsi trovare pronti là dove siamo chiamati a testimoniare. Come dice Paul Claudel in "Annunzio a Maria": «Santità non è farsi lapidare in terra di Paganìa o baciare un lebbroso sulla bocca, ma fare la volontà di Dio, con prontezza, si tratti di restare al nostro posto, o di salire più alto».

Se quello di Cascioli e di don Guido fosse davvero "cristianesimo" come loro sostengono, allora di che religione era Gesù? Perché basta leggere quattro pagine a caso del Vangelo per capire che il loro odio non p compatibile con quanto predicava lui.
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