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Don Mario Martinengo, parroco di Agnadello, si mette a sbraitare dal pulpito: «Gli omosessuali sono malati»
«Certe associazioni dicono che l’omosessualità non è una malattia, ma basta pagare e dicono quello che si vuole». È quanto ha affermato don Mario Martinengo, parroco di Agnadello, durante la sua eretica omelia domenicale.
Incurante di quanti ragazzi verranno sottoposti a bullismo e a violenza come conseguenza della sua falsa testimonianza, il parroco ha deciso di vomitare il suo odio verso il prossimo come risposta all'apertura di Papa Francesco alle unioni civili.
Ed è con un cattiveria e una disonestà da voltastomaco che il parroco ha poi aggiunto:
Sappiamo bene come le lobby degli omosessuali siano fatte da gente danarosa. Io da cristiano dò a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare, perché a quel punto riconosco a quest’ultimo la sua autorità quando è corretta e legittima, quando risponde ai disegni universali e considera l’uomo per quello che è, tenendo conto di quello che il Signore ci ha rivelato.
Non pago del suo sostenere che Dio avrebbe sbagliato a creare l'omosessualità dato che lui si dice incapace di comprendere qualunque realtà vada oltre i suoi impulsi sessuali nei confronti delle sue parrocchiane, don Mario Martinengo ha anche affermato:
Gironzola nei meandri del Parlamento l’ipotesi di una legge secondo cui affermare che l’omosessualità non è corretta, o addirittura un’eresia stratosferica o una malattia sarà reato penale, si andrà in galera. Ma per me è sbagliata perché è contro la logica: c’è un problema fisico o psicologico dietro. Per carità, sono persone a cui voler bene, non certo da emarginare, ma vanno aiutate.
E se ca sparare che un qualche psichiatra possa aiutare il parroco di Agnadello, il presidente di Arcigay Cremona, Lorenzo Lupoli, ha commentato: «Purtroppo siamo abituati sia come cittadini omosessuali sia come rappresentanti di associazioni a sentire prese di posizioni di questo tipo perché queste convinzioni sono ancora diffuse in una parte della chiesa cattolica. Don Mario nel suo ruolo fa quello che dice la sua coscienza, l’Organizzazione mondiale della sanità già dal 1990 ha depennato l’orientamento omosessuale dalle patologie del manuale diagnostico degli psichiatri, descrivendo come variante naturale dell’orientamento sessuale. Non c’è una normativa che legifera su terapie riparative, cui immagino che il sacerdote si riferisca quando parla di “aiutare” i gay. Magari lo dice in buona fede ma queste affermazioni, che possono scivolare addosso a persone già strutturate, possono invece fare danni su chi non ha ancora strumenti per avere una consapevolezza sul proprio orientamento o su quello di un figlio, è pericoloso: ci sono ragazzi che tentano il suicidio».
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