Il quotidiano populista di Belpietro si inventa che l'attentatore di Nizza fosse gay, mettendo alla gogna la persona sbagliata

L'attentatore di Nizza era davvero gay come scrivono certi giornali di estrema destra? E davvero sarebbe transitato da Lampedusa come racconta la propaganda salviniana? Parrebbe di no, ma andiamo con calma.
A sostenere che l'attentatore di Nizza potesse avesse mostrato "un’inclinazione gay" è il giornalista Giacomo Amadori, che dalle pagine del quotidiano di propaganda populista diretto da Maurizio Belpietro se ne esce sostenendo che le sue teorie si baserebbero sul suo affermare che Brahim Aoussaoui avrebbe pubblicato "una foto patinata di un uomo discinto e muscoloso" su Facebook il 21 maggio 2018. E tanto gli era bastato per scrivere questa roba qui:

Come osserva Il Grande Colibì, il racconto alternativo creato dalla propaganda populista non pare reggere ai fatti, anche se è probabile che a Belpietro piacerebbe avere degli jihadisti gay da affiancare ad un Mario Giornano che ripetete a pappagallo le parole di Salvini sulla necessità di ritenere che i diritti civili degli italiani vengano dopo la tutela dei cetacei del Mar Nero.

Forse Giacomo Amadori era troppo impegnato a cercare fotografie di uomini discinti e muscolosi da osservare come il profilo del terrorista fosse pieno zeppo di immagini di Nizza che mentivano la sua ricostruzione sul suo presunto arrivo a Lampedusa nel settembre scorso, dato che le date dimostrano che viveva a Nizza già da anni. E chissà su quali basi pensi si possa sostenere contemporaneamente che si sarebbe trattato di un musulmano “radicale” per poi asserire che avrebbe postato commenti pubblici che potrebbero essere giudicati blasfemi nei confronti di Maometto e dell’Islam.
Non pare andare meglio quando il quotidiano di Belpietro attribuisce Aoussaoui un video che è stato pubblicato all'indomani del suo arresto, forse credendo che la polizia francese permetta ai detenuti di poter pubblicare messaggi su Facebook all'interno del carcere. E il motivo è presto detto: il Brahim Aoussaoui di cui parla il quotidiano di Belpietro non è in carcere e non è neppure l'attentatore di Nizza, quindi le loro elucubrazioni sulle immagini pubblicate sui social o sulla sua militanza in una associazione che chiede la depenalizzazione dell'omosessualità in Tunisia non hanno nulla a che vedere con le gravi accuse che loro gli hanno attribuito.

Immagini: [1] [2]


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