Lo squallore di Adinolfi: dice che Verdone non vada apprezzato come attore, ma come «cattolico praticante»
Mario Adinolfi pare ormai una parodia di sé stesso. In virtù del suo proporsi come il giocatore d'azzardo plurisposato che dice di voler essere ritenuto "cattolico" solo perché organizza eretici rosari contro i gay, è tornato a cercare visibilità mediatica attraverso un patetico augurio indirizzato ad un Carlo Verdone. A detta sua, l'attore non andrebbe giudicato per le sue opere, ma sulla base di come il fondamentalista dica che l'attore sia un «cattolico praticante»:
Poi è curioso che quello stesso Adinolfi schiumi odio quando i cattolici praticanti sono gay, in quel suo uso politico della religione che lo vede auto-attribuirsi un ruolo di fantomatica rappresentanza del mondo cattolico nonostante ogni sua parole ed opera paiano l'antitesi dei Vangeli.
Se non fosse stato «cattolico praticante», Adinolfi non avrebbe riso con i suoi film? E come la mette con il fatto che quel suo «cattolico praticante» abbia voluto dare una lezione ci civiltà all'adultero Adinolfi dichiarandosi favorevole alle unioni civili?
Cercherà anche questa volta di negare i fatti come ha già fatto a danno del Papa? E come la mette riguardo al fatto che si possa essere cattolici senza vomitare odio o senza andarsene in giro a dire che lui esige maggiori diritti civili in virtù di come ami sbraitare in faccia alle sue figlie che lui si sarebbe portato a letto le loro rispettive madri?