Con 20.000 morti per Covid, Regione Lombardia recluta un negazionista per lo spot sugli aiuti alle imprese
La Lombardia leghista di Fontana e Gallera hanno scelto un negazionista come testimonial della loro campagna pubblicitaria. Ed è così che hanno arruolato Massimo Boldi, forte del suo invitare i cittadini a non installare Immuni sul proprio cellulare o nell'accusare di “terrorismo mediatico” chi forniva dati sul contagi. Ad agosto, poi, ce l’aveva con “i padroni del mondo” e “le mascherine di Pecos Bill”.
La Lega lo ha voluto per pubblicizzare lo stanziamento di 167 milioni di euro per chi è rimasto escluso dal “Decreto Ristori” del governo, in quella teoria leghista per cui bisognerebbe prendersela con il Governo e non con quegli amministratori regionali che hanno portato la regione a collezionare la metà dei morti da Coronavirus dell'intero Paese.
Nel video non manca una voce fuoricampo che si lancia in uno di quegli elenchi che tano piacciano a Salvini: lavoratori autonomi, partite iva, esercenti della ristorazione, tassisti, operatori del trasporto, del turismo, dello sport e delle attività culturali...
Nel frattempo, Ferrovie Nord (di proprietà di Regione Lombardia) si è indebitata per oltre un miliardo al fine di acquistare da regione Lombardia la Milano-Serravalle, ai medici mancano i vaccini antinfluenzali, fare i tamponi è un'impresa e non è ancora stato predisposta una medicina del territorio efficiente. Ma nei loro spot si ride e si fanno linguacce mentre si parla di famiglie ridotte al lastrico da un Fontana e da un Gallera che non si sono rivelati all'altezza di poter gestire la situazione.
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