Per don Bianchi, la discriminazione è uno «psicorato» mentre i crimini d'odio sarebbero «libertà di pensiero»

Chissà se don Mirco Bianchi intrattiene corsi diseducazione alla discriminazione in parrocchia, magari approfittando dell'assenza dei genitori per raccontare ai bimbi del catechismo che la discriminazione sarebbe uno «psicorato» e che i crimini d'odio sarebbero «libertà di pensiero». E chissà, magari in oratorio riterrà di dover organizzare toneini di bullismo che possano corrompere i minori alla sua odologia del disprezzo... fatto sta che è dalla sua pagina di propaganda che il parroco leghista scrive:

Pare altamente offensivo il suo squallido tentativo di ricondurre l'affettività delle famiglie gay al solo atto sessuale, giurando sul suo abito talare che lui non crede si possa insegnare che esistono uomini che amano altri uomini senza entrare nel dettaglio di ciò che faranno nei loro letti.
E non va meglio con il suo rilanciare le immaginette propagandistiche confezionate dall'organizzazione firzanovista di Jacopo Coghe e Toni Brandi:

Ovviamente il suo dire parlare di mamme e papà pare l'ennesimo tentativo di offrire la sua solita falsa testimonianza e invocare la sua pretesa di imporre leggi che impediscano ai bambini di aver genitori a lui sgraditi a fronte di una legge che non tratta il tema. Ed è surreale che si scaldi e che scalpiti davanti ad un contrasto delle discriminazioni che avviene nelle scuole a fronte di unp'0evidenza: i pregiudizi vengono maturati nei primi anni di vita ed è dunque in quegli anni che è fondamentale provvedere al loro contrasto.

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