Salvini nomina Lorenzo Fontana come responsabile del dipartimento "Famiglia e valori identitari" della Lega
Lorenzo Fontana è leghista che patrocinò il prete ortodosso che venne a Verona dopo aver giustificato la violenza sulle donne, così come risulta essere il suprematista che partecipò tutto tronfio al patetico "Etero Pride" organizzato a Verona da Forza Nuova. Matteo Salvini lo ha nominato "responsabile del dipartimento Famiglia e valori identitari" della Lega.
Considerato l'anello di congiunzione tra il leghismo e l'estrema destra, la sua carriera pare fondata sulla sua omofobia. Nel 2016 fu chiamato dall'organizzazione forzanovista "Provita Onlus" a sostenere che fosse in atto «una deriva nichilista e relativista della società occidentale, ma la Russia è l’esempio che l’indirizzo ideologico e culturale in una società si può cambiare. Infatti se trent’anni fa la Russia, sotto il giogo comunista, materialista e internazionalista, era ciò che più lontano si possa immaginare dalle idee identitarie e di difesa».
Spiegato che lui ci vorrebbe trasformare nella Russia, nel 2017 cercò di togliere i diritti ad un bambino attaccando la sentenza della Corte d’Appello di Trento che gli riconosceva i suoi due papà. Lui dichiarò che «pezzi di Stato continuano nel tentativo di minare la famiglia tradizionale rendendo il peggior servizio alle nostre comunità, nate e cresciute proprio grazie a un modello di famiglia basato su madri e padri, senza i quali in natura non è possibile generare una nuova vita».
Ridefinita la "famiglia" leghista come un luogo utile unicamente alla procreazione, si premurò anche di sostenere che l'UNAR volesse «promuovere la teoria del gender nelle scuole». Tanto lo portò ad essere nominato da Salvini come ministro alla famiglia (al singolare) in virtù del suo asserire che «le famiglie gay non esistono».
Davanti alle critiche, rispose con la consueta arroganza dei leghisti: «La rivolta delle élite non ci spaventa e non ci spaventa affrontare la dittatura del pensiero unico. Andiamo avanti con grande motivazione, abbiamo tanti progetti da attuare». Fortunatamente non è poi riuscito a fare nulla e si è scongiurato il rischio potesse corrompere la famiglia.
Ormai trasformatosi in un disco rotto, Fontana ha continuato a dichiarare frasi come: «Matrimonio è tra mamma e papà, le altre schifezze non le vogliamo sentire». Poi propose di istituzionalizzare l'odio e di incoraggiare i rigurgiti neofascisti: «Abroghiamo la legge Mancino, che sanziona l’incitazione alla violenza e alla discriminazione», dichiarò.
Concesso il suo patrocinio al vergognoso Congresso della Famiglia organizzato da Jacopo Coghe e Toni Brandi, sponsorizzò pure «la processione di riparazione al Modena Pride» dicendo di avere «amici gay che mi apprezzano anche dal punto di vista fisico»